Si ringrazia la giuria di oggi formata da Fulvio Merlak, Tullio Fragiacomo e John Gubertini.
1° Classificato – STERA Massimo “19.05.09 Montmartre di fretta”
Il titolo ci porta dritti al vero valore aggiunto di questa bella fotografia. La figura che entra nel quadro dalla sinistra, con una velocità differente rispetto a ciò che contrassegna il resto dell’immagine, ce lo sottolinea, e il suo mosso definisce il titolo. È così che la persona in primo piano s’impossessa della scena, e i colori contribuiscono a descrivere questa parte di Parigi sempre piena di atmosfera, anche nella normale quotidianità. I personaggi visibili all’interno del locale, sulla sinistra, riempiono di vita il caffè, contrapponendosi alla parte destra ricca di particolari e di un curioso riflesso che rivela un’unica persona. La parte esterna, se in un primo momento può portare a desiderare un taglio che meglio la definisca, poi regala una teatralità che racconta il caffè parigino. Ogni oggetto, le scritte, la candela sul tavolino o qualsivoglia altro elemento ripreso, sono utili, non solo in senso estetico fotografico, ma anche come autentiche lenti d’ingrandimento orientate sulla leggerezza vitale del luogo.
2° Classificato – BATZELLA Pier Franco “Attraversare a Ginza”
L’immagine, che coniuga luce, ambientazione e dinamismo, non può non evocare la teoria dei “nonluoghi” (non-lieu) così come li ha teorizzati Marc Augé nei primi anni ’90. Spazi condivisi nei quali gli individui smarriscono il principio di identità, di storia e di relazione. Spazi nei quali le relazioni sono superate dalla necessità di non consumare tempo, di essere veloci e di realizzare ogni azione secondo guide esterne (nella fattispecie i semafori), annichilendo ogni personale “pensiero critico”. Nella fotografia percepiamo questo distanziamento emotivo grazie al mosso: questo impedisce, non solo di identificare un volto, ma sottrae dettagli alla forma umana che appare evanescente, soprattutto quella che ci si avvicina
sempre più al nostro punto di vista.
3° Classificato – CREVATIN Gianfranco
Il quadrilatero di Rozzol Melara è un complesso residenziale popolare Ater, progettato da un gruppo di architetti triestini coordinati da Carlo Celli; un complesso costruito, tra il 1969 e il 1982, alla maniera del Corviale di Roma, delle Vele di Napoli e dello Zen di Palermo, sotto l’influsso delle teorie socio-architettoniche dell’ideatore urbanista svizzero, naturalizzato francese, Le Corbusier. Lo scenario ripreso dall’Autore (che si presenta compresso, quasi soffocato) rappresenta una testimonianza dello stato di degrado sociale e ambientale degli ambienti interni. I muri appaiono lordati e imbrattati con disegni e scritte, e le sporcizie sparse sul pavimento in PVC nero completano una scena che ha ben poco di civile. Una sorta di ghetto tetro e scuro, nel quale si muovono le sagome plumbee di due persone, vittime involontarie dell’incuria e dell’abbandono.
4° Classificato – PETRONIO Ernesto
Ci sono fotografie che, grazie al punto di vista dell’autore, contengono storie diverse, microstorie di situazioni e relazioni fra i soggetti e, ovviamente, gli sfondi come corollario del contesto. Questo scatto ne è un buon esempio. Le due giovani donne sedute sono in una relazione di palese dialogo, quanto meno non verbale, (lo sguardo della figura di sinistra che si accompagna alla posizione della mano di quella di destra) trovano, come contro altare, la figura sulla destra che si trova dietro la grande vetrata. Due attimi senza un legame diretto se non per il luogo. I due pilastri di marmo nero separano – letteralmente – due mondi, due storie nelle quali noi siamo liberi di costruire le nostre narrazioni.
5a Classificata – DONDINI TADDEI Lia “Antica lavanderia, Maramures”
L’immagine si presenta diligentemente bilanciata tra la zona interessata dal fumo emanato dal fuoco acceso con la finestra aperta, e l’area del lavatoio dove l’acqua la fa da padrona. La figura della signora, che spicca illuminata dalla luce della finestra, nel nero fumoso della lavanderia, è essenziale nel rendere suggestiva la scena che la vede, avvolta in un alone di antico mistero, ergersi come punto di unione tra i due elementi del fuoco e dell’acqua.
33° Gran Premio - 4° CLP - Foto selezionate per Autore
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