Archivi categoria: ATTIVITA’

La ricca attività del Circolo Fincantieri – Wärtsilä, Sezione FOTOGRAFIA spazia dalle Mostre ai Corsi di Fotografia e workshop, dalla proiezione di Audiovisivi alle Extempori, dalla raccolta di fotografie d’epoca alla stampa del notiziario “Trieste Photo News”, oltre alle infinite serate con Autori, Critici, Storici del settore.

Il Circolo opera ormai da quasi quarant’anni nel mondo dell’immagine, un lasso di tempo in cui ha saputo conquistare un ruolo importante non solo nel variegato panorama della Fotografia ma, ciò che più conta, anche in quello della cultura e della vita sociale di Trieste.

I Soci della Sezione FOTOGRAFIA si incontrano al mercoledì dalle ore 18.00 presso la sede di Galleria Fenice, 2 Trieste – 1° Piano.

Inaugurazione della mostra “LA GRANDE MIGRAZIONE” di SONJA MARINSEK

Mercoledì 15 marzo 2017

inaugurazione della mostra “LA GRANDE MIGRAZIONE”

di SONJA MARINSEK

 

La grande migrazione è senza dubbio il più imponente spostamento
di massa che avviene ogni anno nel mondo animale. Oltre un milione e mezzo di gnu, più di duecentocinquantamila zebre e una nutrita schiera di mammiferi, seguendo il ciclo delle piogge, si spostano da un territorio all’altro in cerca di acqua e di erba verde. Un viaggio circolare, che inizia nella zona del Ngorongoro, in Tanzania, fino all’estremo nord nella zona del fiume Mara, e che poi ritorna al punto di partenza. Il parco nazionale del Serengeti, che in lingua masai significa “la pianura senza fine” e in Kenya diventa Masai Mara, è lo scenario in cui si svolge questo incredibile spettacolo.

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Sonja Marinsek si è avvicinata alla fotografia per merito del suo amore per la natura e gli animali. Condividere un attimo della loro vita, magari dopo ore di attesa, portare a casa lo scatto di quel momento, rappresenta per lei una grande gioia. Fotografa da appena quattro anni, ma di certo Sonja ricorda perfettamente, per ogni sua immagine, le emozioni percepite nel momento dello scatto, conscia dell’importanza del mezzo fotografico, e grata per le suggestioni che la fotografia le regala.

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Incontro con Gyula Giulio SALUSINSZKY e…….40 candeline!

 

Mercoledì 22 febbraio 2017

Incontro con Gyula Giulio SALUSINSZKY intitolato “FOTOGRAFI AMATORIALI MA PROFESSIONALI”

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“Fotografi amatoriali ma professionali”

 

Chi sono? Perché ho la presunzione di pensare che la mia persona possa interessare il Circolo Fotografico Fincantieri-Wärtsilä? Per la verità non lo penso affatto. Credo che -in un ambiente fotografico come questo- possono essere interessanti -o anche no- le opere di uno come me, le sue creazioni, le sue fotografie, che vengono guardate, osservate, esaminate e criticate. Nel migliore dei casi si ha la curiosità di capire come nascono le sue fotografie, eventualmente se ha delle idee precise, oltre all’istinto e -in casi rarissimi- un talento naturale invidiabile. Certamente se esiste il “talento naturale” questo deve essere rafforzato dalla pratica, indirizzato da studi specifici e messo in continuazione alla prova dei fatti.

Mi chiamo Gyula Salusinszky (nato a Budapest, in Ungheria, ma in Italia, dove vivo da diversi decenni, sono chiamato Giulio). Ho lavorato in diversi settori del mondo economico fino al 2011, quando mi sono ritirato dalla mia attività. Come tanti di noi, anch’io mi sono cimentato da giovane con la macchina fotografica, scattando fotografie sia in famiglia (quelle solite che poi molti amici sono costretti a guardare quando ci si riunisce. Specialmente se diapositive… Se ora ci ripenso, mi inorridisco a posteriori! Benché neanche oggi far scorrere le foto sui telefonini sia meglio!), Inoltre, sempre come tanti altri, preferivo le foto di viaggio, scattando di nascosto anche volti e situazioni che in quel preciso momento mi ispiravano o significavano qualcosa di particolare. Ma, come sicuramente è capitato a molti, dopo qualche mese, rivedendo le stampe, non si ricordavano più le situazioni, il senso della fotografia, ma specialmente il sentimento interno che avevo in quell’istante, mentre pigiavo il pulsante dello scatto… Allora che senso ha fare queste fotografie? Meglio comprare delle cartoline, certamente più belle, o guide delle località o, addirittura, cercare i siti visitati su internet. Le cose che puoi trovare certamente sono molto più belle, fatte in modo più “professionale” di come le hai fatte tu. È assolutamente vero. Ma manca qualcosa in tutti questi ritratti stupendi fatti da altri…

Il 22 Febbraio 2017 cercherò di spiegare cos’è mancato a me in queste immagini: avrei voluto risentire nella pancia, nel cuore ed in testa, quella tensione piacevole che si impadroniva di me mentre scattavo le mie fotografie. Quando riuscii a capire ciò, agli inizi degli anni 2000, ebbi la fortuna di incontrare un famoso fotografo ungherese, che casualmente aveva visionato alcune mie fotografie; mi disse che secondo lui avevo talento, ma avrei dovuto frequentare una seria scuola di fotografia. Seguendo il suo consiglio mi sono iscritto in una, della durata di 2 anni (ogni giorno dalle ore 17 alle 22, dopo la giornata lavorativa), presso l’Associazione dei Fotografi Professionisti ungheresi, e dopo 2 anni e dopo molti esami di teoria e prove pratiche sul campo, mi è stato consegnato il diploma di “maestro di fotografia”. Con chi avrà piacere, potremmo iniziare da questo punto il nostro incontro del 22 febbraio 2017!

Gyula SALUSINSZKY

www.gyula-salusinszky.com

Nel corso della serata sono state consegnate le premiazioni della serata Microcosmi (ritirano il premio Silvia MARTELLANI, Erika CEI e la moglie di Giulio BONIVENTO).

A conclusione di serata, sono stati alzati i calici per il Brindisi beneaugurante per il nostro 40° Anniversario.

«La nostra Argentina»

15 febbraio – 10 marzo 2017

«La nostra Argentina»

Mostra di

Giulio Bonivento, Lucia Crepaldi, Liberia Gracco, Susanna Serri, Scilla Sora e Marinella Zonta

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Come un enorme triangolo capovolto, l’Argentina occupa la punta meridionale del Sud America, da cui si protende verso la Terra del Fuoco e l’Antartide. Racchiude ambienti diversissimi: dai picchi andini dell’ovest, alle foreste subtropicali del nord e alle steppe e regioni glaciali della Patagonia. Il suo patrimonio naturale incontaminato è sicuramente la maggiore attrattiva di questo Paese immenso e dalle mille anime, terra lontanissima ma legata alla Vecchia Europa.

Alcuni nostri fotografi, negli anni passati, l’hanno esplorata e, in questa occasione, racconteranno il percorso che più è rimasto nel loro cuore, dal fragore delle Cascate di Iguazù e la grandiosità dei paesaggi naturali al silenzio dei ghiacciai della Patagonia e della Terra del Fuoco, passando dall’immensa città di Buenos Aires.

Di seguito una breve presentazione, da parte dei nostri “esploratori”, di quanto andremo a vedere:

  • Giulio Bonivento: “Un dito sotto al cielo: la Puna argentina”

La Puna è il territorio delle Ande argentine che si estende a nord-ovest di Salta e segna il confine con Cile e Bolivia. In quella parte di mondo, praticamente deserta, una natura incontaminata fatta da deserti rossi e specchi di sale, sconfinati orizzonti e cime innevate più alte di 6000 metri, i pochi abitanti mantengono una cultura antica, basata sul sincretismo religioso in cui coesistono perfettamente cerimonie cattoliche con riti sacri dei loro antenati: venerano i santi e la Madre Terra, la Pachamama, e conservano i loro costumi ancestrali, tipici della cultura kolla, mescolando il Cristianesimo con i riti pagani. La Puna è una terra di contrasti, abitata da uomini e donne con i tratti del volto indio, mescolati ad altri caratterizzati dai tratti spagnoli dei “conquistadores”, ma tutti con la pelle abbronzata dal sole e dal vento di quelle montagne, uniti da una vita scandita dai ritmi antichi e nobili della semplicità contadina.

  • Lucia Crepaldi: “Sulla rotta di Magellano”

Dal porto di Ushuaia, capitale dell’isola della “Tierra del Fuego” costruita alla “Fin del Mundo”, ci inoltriamo lungo il Canale di Beagle percorso da Magellano, che per primo doppiò lo stretto fra gli oceani Atlantico e Pacifico, al quale dobbiamo il nome. Escursioni al mitico Capo Horn, a Baia Wulaia, dove soggiornò e approfondì varie ricerche Charles Darwin, l’isola dei cormorani e l’isola Maddalena che ospita 120/130.000 pinguini ai quali Pigafetta diede il nome di Magellano. Sbarchiamo a Punta Arenas nella Patagonia cilena.

  • Liberia Gracco: “Cascate dell’Iguazù”

Cascate dell’Iguazù, al confine tra Argentina e Brasile, 275 salti fino a 70 metri di altezza, su un fronte di quasi 3 chilometri lungo l’omonimo Rio. Da lontano, prima ancora della coltre di vapore formato dalle miriadi di goccioline che si alzano verso il cielo, è il rumore ad avvisare che mi sto avvicinando. Dapprima è appena percepibile, è un lontano sordo brontolio che man mano si amplia… ed ecco, nel fragore diventato rintronante, mi ritrovo a fissare affascinata lo spettacolo dell’acqua che scorre, precipita, s’infrange e rimbalza, scintillando, in mille spruzzi cristallini di luce arcobaleno. Il rumore è punteggiato da esclamazioni e gridolini di viaggiatori entusiasti, ma riesco ad isolarmi, nella magia che mi incanta ed emoziona. E mentre gli occhi annegano nella bellezza, ascolto il suono della natura: un sovrapporsi di note di strumenti sconosciuti, un’armonia che è quasi musica, quasi una canzone: è il canto dell’acqua, immutabile ed eterno.

  • Susanna Serri: “Paesaggi argentini”

Raggiungere i 4.200 m. della Gran Salinas, attraversare paesaggi lunari lungo la Ruta 40, le coltivazioni di vigneti più alte al mondo, foreste tropicali, cascate da lasciarti senza fiato, il silenzio di luoghi irraggiungibili o il fragore dell’acqua o la confusione della metropoli. Questa è l’Argentina che terrò sempre nel mio cuore, meravigliosamente varia!!!

  • Scilla Sora: “I ghiacciai della Patagonia”

Quando arrivi in Patagonia, ti rendi conto di essere ospite di una natura meravigliosa che ti mozza il fiato. Davanti all’immensità e alla rara bellezza dei ghiacciai secolari, che si rivelano con la loro infinita successione di timpani candidi e turchesi, dalle più stravaganti forme, resti attonito. Sai che sono il calibro della nostra esistenza e speri che resistano così per sempre, li senti vivi, sembrano quasi respirare e sobbalzi ogni qualvolta un blocco di ghiaccio si stacca e, con un boato impressionante, piomba nell’acqua da decine di metri. È uno spettacolo difficile da dimenticare.

  • Marinella Zonta: “Paseadores de perros in Buenos Aires”

La prima volta che ne ho visto uno ho pensato a uno strampalato amante dei cani, poi ne ho visti altri e ho capito. È un lavoro. Si fermano davanti a un portone, la donna di servizio scende e consegna il cane e così avanti, portone dopo portone, finché ci sono tutti, otto, dieci… Sono bravissimi a farsi rispettare e a mantenere la disciplina. Nessun cane del gruppo abbaia, tenta di scappare o di attaccare briga con gli altri. Se uno deve fare la pipì, gli altri fanno gli indifferenti e aspettano con pazienza. Sono dappertutto a Buenos Aires. Di solito sono bei ragazzi giovani, per lo più sono maschi, ma talvolta sono donne. Ognuno ha la propria specialità, cani grandi, cani medi, cani piccoli. C’è una grande domanda, servono, ma sembra sia anche uno status symbol della buona società. Sono i dogsitter di Buenos Aires.

Inaugurazione della mostra “LUCE DENTRO” di MAURIZIO COSTANZO

«Luce dentro»
Mostra di Maurizio Costanzo

con il patrocinio:

Consulta Regionale FVG

Presenti la Direttrice dell’Istituto Rittmeyer per i Ciechi dott.ssa Elena Weber. Per la Consulta Regionale delle Associazioni delle Persone con Disabilità e delle loro Famiglie del Friuli Venezia Giulia Sig. Vincenzo Zoccano.

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L’opera “Luce dentro” è l’estratto di un lavoro a lungo termine, iniziato alla fine del 2014 che l’autore sta realizzando presso l’Istituto Regionale Rittmeyer per i Ciechi di Trieste con una quindicina di pazienti di età variabile affetti da cecità o da ipovisione, a volte unite ad altre patologie.
La nostra esperienza del mondo si basa primariamente sul senso della vista e dunque possiamo solo immaginare in quale condizione si trovano immersi i pazienti. Viene da chiedersi: come si possono rappresentare fotograficamente le menomazioni della vista? Si pensa subito al bianco e nero ed è così infatti che è nato il progetto. Per questa mostra sono state scelte, invece, delle stampe a colori, poiché la frequentazione dell’Istituto ha prodotto un’evoluzione del pensiero dell’autore che ha potuto, nel tempo, arricchirsi con la positività che anima le giornate dei “ragazzi”. Positività che, nello specifico, si vuole trasmettere con l’uso del colore.
È stupefacente essere testimoni della collaborazione e dell’altruismo che i ragazzi manifestano tra loro ed inoltre, grazie al lavoro costante del personale dell’Istituto, ogni singolo individuo viene accompagnato in un processo di crescita e portato ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale. Le stampe collocano lo spettatore di fronte ad una vicissitudine contemporanea che lui può solo intuire e che non manca di interrogarlo sulla fragilità dell’esistenza umana.
Le fotografie, che a volte esaltano la sensazione dell’attimo fuggente, sono destinate ad una osservazione attenta e non tendono mai alla ricerca della drammatizzazione. Sono dotate di un forte contenuto emotivo ed attraenti nelle inquadrature, nei colori e nelle forme. I soggetti sono ritratti con sensibilità poiché non si vuole “ridurli a puro mezzo o semplice pretesto per oggettivare un’idea o, peggio ancora, per esercitare un’estetica” come aveva già affermato la scrittrice Susan Sontag.

Di professione geologo, dipendente della Regione FVG, Maurizio Costanzo ha lavorato quindici anni con le ONG in vari Paesi dell’America Latina ed in Africa. Predilige approfondire, nei suoi progetti fotografici, tematiche sociali. Ha partecipato a due Master Class dell’agenzia Magnum Photos, con Bruce Gilden e Patrick Zachmann. Nominato Autore dell’anno FIAF per il Friuli Venezia Giulia nel 2015 con il lavoro in b/n “Luce dentro”, ha vinto nel 2013 il secondo premio a “Trentino Immagini”, nell’ambito di “Portfolio Italia”, con l’opera “Numero Guida 45”, entrando in questo modo a far parte dei venti finalisti che si sono contesi il podio a Bibbiena. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Fotoit (sett. 2014). Nel 2011 ha vinto il primo premio al “TriestePhotoFestival” con il portfolio “In strada”. Le sue foto sono state selezionate nel progetto nazionale FIAF “Tanti per tutti” ed esposte, in due mostre collettive, a Zagabria; in una mostra personale presso il Municipio di Turriaco (GO), a Bibbiena presso il CIFA e presso il Circolo Fincantieri-Wärtsilä.