Archivi categoria: Mostre & Esposizioni

Dall’aprile 1992 il Circolo gestisce la Sala mostre Fenice , Galleria Espositiva FIAF che, in più di venti anni di attività, ha ospitato quasi 200 mostre di Autori di primissimo piano.

Orario esposizioni
Lunedi – Venerdi: 10.00 – 11.30 e 17.00 – 19.00
Mercoledi: fino alle 20.30
Sabato e Festivi: Chiuso

Inaugurazione mostra “La nostra Argentina”

Molti gli intervenuti alla mostra che vi abbiamo anticipato nell’articolo precedente: soci, amici, parenti, compagni di viaggio. Gradito ospite Alessio Colautti con Giorgia Cecchelin.

Marinella, Liberia, Lucia e Susanna hanno presentato individualmente anche un video relativo alle emozioni più intense trascorse durante il viaggio in Argentina.

Al termine, un gustoso buffet per concludere in modo festoso e sereno una serata molto ricca e di immagini e di intensità.

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«La nostra Argentina»

15 febbraio – 10 marzo 2017

«La nostra Argentina»

Mostra di

Giulio Bonivento, Lucia Crepaldi, Liberia Gracco, Susanna Serri, Scilla Sora e Marinella Zonta

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Come un enorme triangolo capovolto, l’Argentina occupa la punta meridionale del Sud America, da cui si protende verso la Terra del Fuoco e l’Antartide. Racchiude ambienti diversissimi: dai picchi andini dell’ovest, alle foreste subtropicali del nord e alle steppe e regioni glaciali della Patagonia. Il suo patrimonio naturale incontaminato è sicuramente la maggiore attrattiva di questo Paese immenso e dalle mille anime, terra lontanissima ma legata alla Vecchia Europa.

Alcuni nostri fotografi, negli anni passati, l’hanno esplorata e, in questa occasione, racconteranno il percorso che più è rimasto nel loro cuore, dal fragore delle Cascate di Iguazù e la grandiosità dei paesaggi naturali al silenzio dei ghiacciai della Patagonia e della Terra del Fuoco, passando dall’immensa città di Buenos Aires.

Di seguito una breve presentazione, da parte dei nostri “esploratori”, di quanto andremo a vedere:

  • Giulio Bonivento: “Un dito sotto al cielo: la Puna argentina”

La Puna è il territorio delle Ande argentine che si estende a nord-ovest di Salta e segna il confine con Cile e Bolivia. In quella parte di mondo, praticamente deserta, una natura incontaminata fatta da deserti rossi e specchi di sale, sconfinati orizzonti e cime innevate più alte di 6000 metri, i pochi abitanti mantengono una cultura antica, basata sul sincretismo religioso in cui coesistono perfettamente cerimonie cattoliche con riti sacri dei loro antenati: venerano i santi e la Madre Terra, la Pachamama, e conservano i loro costumi ancestrali, tipici della cultura kolla, mescolando il Cristianesimo con i riti pagani. La Puna è una terra di contrasti, abitata da uomini e donne con i tratti del volto indio, mescolati ad altri caratterizzati dai tratti spagnoli dei “conquistadores”, ma tutti con la pelle abbronzata dal sole e dal vento di quelle montagne, uniti da una vita scandita dai ritmi antichi e nobili della semplicità contadina.

  • Lucia Crepaldi: “Sulla rotta di Magellano”

Dal porto di Ushuaia, capitale dell’isola della “Tierra del Fuego” costruita alla “Fin del Mundo”, ci inoltriamo lungo il Canale di Beagle percorso da Magellano, che per primo doppiò lo stretto fra gli oceani Atlantico e Pacifico, al quale dobbiamo il nome. Escursioni al mitico Capo Horn, a Baia Wulaia, dove soggiornò e approfondì varie ricerche Charles Darwin, l’isola dei cormorani e l’isola Maddalena che ospita 120/130.000 pinguini ai quali Pigafetta diede il nome di Magellano. Sbarchiamo a Punta Arenas nella Patagonia cilena.

  • Liberia Gracco: “Cascate dell’Iguazù”

Cascate dell’Iguazù, al confine tra Argentina e Brasile, 275 salti fino a 70 metri di altezza, su un fronte di quasi 3 chilometri lungo l’omonimo Rio. Da lontano, prima ancora della coltre di vapore formato dalle miriadi di goccioline che si alzano verso il cielo, è il rumore ad avvisare che mi sto avvicinando. Dapprima è appena percepibile, è un lontano sordo brontolio che man mano si amplia… ed ecco, nel fragore diventato rintronante, mi ritrovo a fissare affascinata lo spettacolo dell’acqua che scorre, precipita, s’infrange e rimbalza, scintillando, in mille spruzzi cristallini di luce arcobaleno. Il rumore è punteggiato da esclamazioni e gridolini di viaggiatori entusiasti, ma riesco ad isolarmi, nella magia che mi incanta ed emoziona. E mentre gli occhi annegano nella bellezza, ascolto il suono della natura: un sovrapporsi di note di strumenti sconosciuti, un’armonia che è quasi musica, quasi una canzone: è il canto dell’acqua, immutabile ed eterno.

  • Susanna Serri: “Paesaggi argentini”

Raggiungere i 4.200 m. della Gran Salinas, attraversare paesaggi lunari lungo la Ruta 40, le coltivazioni di vigneti più alte al mondo, foreste tropicali, cascate da lasciarti senza fiato, il silenzio di luoghi irraggiungibili o il fragore dell’acqua o la confusione della metropoli. Questa è l’Argentina che terrò sempre nel mio cuore, meravigliosamente varia!!!

  • Scilla Sora: “I ghiacciai della Patagonia”

Quando arrivi in Patagonia, ti rendi conto di essere ospite di una natura meravigliosa che ti mozza il fiato. Davanti all’immensità e alla rara bellezza dei ghiacciai secolari, che si rivelano con la loro infinita successione di timpani candidi e turchesi, dalle più stravaganti forme, resti attonito. Sai che sono il calibro della nostra esistenza e speri che resistano così per sempre, li senti vivi, sembrano quasi respirare e sobbalzi ogni qualvolta un blocco di ghiaccio si stacca e, con un boato impressionante, piomba nell’acqua da decine di metri. È uno spettacolo difficile da dimenticare.

  • Marinella Zonta: “Paseadores de perros in Buenos Aires”

La prima volta che ne ho visto uno ho pensato a uno strampalato amante dei cani, poi ne ho visti altri e ho capito. È un lavoro. Si fermano davanti a un portone, la donna di servizio scende e consegna il cane e così avanti, portone dopo portone, finché ci sono tutti, otto, dieci… Sono bravissimi a farsi rispettare e a mantenere la disciplina. Nessun cane del gruppo abbaia, tenta di scappare o di attaccare briga con gli altri. Se uno deve fare la pipì, gli altri fanno gli indifferenti e aspettano con pazienza. Sono dappertutto a Buenos Aires. Di solito sono bei ragazzi giovani, per lo più sono maschi, ma talvolta sono donne. Ognuno ha la propria specialità, cani grandi, cani medi, cani piccoli. C’è una grande domanda, servono, ma sembra sia anche uno status symbol della buona società. Sono i dogsitter di Buenos Aires.

Inaugurazione della mostra “LUCE DENTRO” di MAURIZIO COSTANZO

«Luce dentro»
Mostra di Maurizio Costanzo

con il patrocinio:

Consulta Regionale FVG

Presenti la Direttrice dell’Istituto Rittmeyer per i Ciechi dott.ssa Elena Weber. Per la Consulta Regionale delle Associazioni delle Persone con Disabilità e delle loro Famiglie del Friuli Venezia Giulia Sig. Vincenzo Zoccano.

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L’opera “Luce dentro” è l’estratto di un lavoro a lungo termine, iniziato alla fine del 2014 che l’autore sta realizzando presso l’Istituto Regionale Rittmeyer per i Ciechi di Trieste con una quindicina di pazienti di età variabile affetti da cecità o da ipovisione, a volte unite ad altre patologie.
La nostra esperienza del mondo si basa primariamente sul senso della vista e dunque possiamo solo immaginare in quale condizione si trovano immersi i pazienti. Viene da chiedersi: come si possono rappresentare fotograficamente le menomazioni della vista? Si pensa subito al bianco e nero ed è così infatti che è nato il progetto. Per questa mostra sono state scelte, invece, delle stampe a colori, poiché la frequentazione dell’Istituto ha prodotto un’evoluzione del pensiero dell’autore che ha potuto, nel tempo, arricchirsi con la positività che anima le giornate dei “ragazzi”. Positività che, nello specifico, si vuole trasmettere con l’uso del colore.
È stupefacente essere testimoni della collaborazione e dell’altruismo che i ragazzi manifestano tra loro ed inoltre, grazie al lavoro costante del personale dell’Istituto, ogni singolo individuo viene accompagnato in un processo di crescita e portato ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale. Le stampe collocano lo spettatore di fronte ad una vicissitudine contemporanea che lui può solo intuire e che non manca di interrogarlo sulla fragilità dell’esistenza umana.
Le fotografie, che a volte esaltano la sensazione dell’attimo fuggente, sono destinate ad una osservazione attenta e non tendono mai alla ricerca della drammatizzazione. Sono dotate di un forte contenuto emotivo ed attraenti nelle inquadrature, nei colori e nelle forme. I soggetti sono ritratti con sensibilità poiché non si vuole “ridurli a puro mezzo o semplice pretesto per oggettivare un’idea o, peggio ancora, per esercitare un’estetica” come aveva già affermato la scrittrice Susan Sontag.

Di professione geologo, dipendente della Regione FVG, Maurizio Costanzo ha lavorato quindici anni con le ONG in vari Paesi dell’America Latina ed in Africa. Predilige approfondire, nei suoi progetti fotografici, tematiche sociali. Ha partecipato a due Master Class dell’agenzia Magnum Photos, con Bruce Gilden e Patrick Zachmann. Nominato Autore dell’anno FIAF per il Friuli Venezia Giulia nel 2015 con il lavoro in b/n “Luce dentro”, ha vinto nel 2013 il secondo premio a “Trentino Immagini”, nell’ambito di “Portfolio Italia”, con l’opera “Numero Guida 45”, entrando in questo modo a far parte dei venti finalisti che si sono contesi il podio a Bibbiena. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Fotoit (sett. 2014). Nel 2011 ha vinto il primo premio al “TriestePhotoFestival” con il portfolio “In strada”. Le sue foto sono state selezionate nel progetto nazionale FIAF “Tanti per tutti” ed esposte, in due mostre collettive, a Zagabria; in una mostra personale presso il Municipio di Turriaco (GO), a Bibbiena presso il CIFA e presso il Circolo Fincantieri-Wärtsilä.

“Ferriera” – Inaugurazione mostra di Erika Cei

Il progetto nasce nell’ottobre dello scorso anno con la finalità di documentare le condizioni di vita delle persone che abitano nei quartieri di Servola e Valmaura, a stretto contatto, dunque, con la Ferriera, stabilimento siderurgico datato 1897 che è tuttora in piena attività.
È difficile descrivere con poche immagini la vita degli altri. È difficile soprattutto quando ci si trova di fronte a persone che sono malate o che soffrono per la perdita dei loro cari e, oltre a questo, si trovano a combattere quotidianamente, contro fumi, polveri, odori, rumori di ogni genere che rendono la loro vita difficile, per non dire al limite. La mostra è dedicata a tutte queste persone, nella speranza che le loro storie non passino inosservate.

Storica di formazione, appassionata da sempre di immagini, Erika Cei ha iniziato a interessarsi al reportage grazie ad un workshop con la fotografa e scrittrice Monika Bulaj.
Autore dell’anno FVG 2014 – FIAF con il lavoro “Accademia della follia – una commedia in tre atti”, si è occupata anche di Bosnia Hercegovina e, sempre nel 2014, ha pubblicato su “Osservatorio Balcani e Caucaso” un reportage sulle alluvioni che hanno devastato il Paese.
Premiata da Workshop Foundry Photojournalism per “A time for gypsies”, un lavoro riguardante una famiglia Rom a Sarajevo, ha inoltre realizzato “E io ci metto la faccia”, 160 ritratti di persone nell’ambito dell’iniziativa “Salviamo la scritta La verità è rivoluzionaria”, presso l’ex o.p.p. di Trieste.
Agli inizi del 2016, ha allestito, presso Oltre il giardino a Pordenone, la mostra “La meta”, reportage realizzato prevalentemente in Silos e relativo ai profughi afghani e pakistani che sono arrivati in Friuli Venezia Giulia, attraverso la rotta balcanica. Da tre anni sviluppa un progetto sulle contraddizioni dell’Europa contemporanea, di cui il reportage “Ferriera” è parte integrante.
Più di recente ha partecipato a Dublino alla mostra collettiva Trieste-Dublin, con alcune immagini relative agli anni trascorsi a Trieste dallo scrittore irlandese James Joyce. Il progetto porta il titolo “Sua mare grega”, appellativo scherzoso e del tutto triestino, con cui lo scrittore irlandese James Joyce chiamava la sua opera più celebre, l’Ulisse.
Attualmente sta lavorando a “Lina e le altre”, un progetto tutto al femminile, che si può riassumere nel motto “I’Mpossible”.