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Inaugurazione della mostra “LUCE DENTRO” di MAURIZIO COSTANZO

«Luce dentro»
Mostra di Maurizio Costanzo

con il patrocinio:

Consulta Regionale FVG

Presenti la Direttrice dell’Istituto Rittmeyer per i Ciechi dott.ssa Elena Weber. Per la Consulta Regionale delle Associazioni delle Persone con Disabilità e delle loro Famiglie del Friuli Venezia Giulia Sig. Vincenzo Zoccano.

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L’opera “Luce dentro” è l’estratto di un lavoro a lungo termine, iniziato alla fine del 2014 che l’autore sta realizzando presso l’Istituto Regionale Rittmeyer per i Ciechi di Trieste con una quindicina di pazienti di età variabile affetti da cecità o da ipovisione, a volte unite ad altre patologie.
La nostra esperienza del mondo si basa primariamente sul senso della vista e dunque possiamo solo immaginare in quale condizione si trovano immersi i pazienti. Viene da chiedersi: come si possono rappresentare fotograficamente le menomazioni della vista? Si pensa subito al bianco e nero ed è così infatti che è nato il progetto. Per questa mostra sono state scelte, invece, delle stampe a colori, poiché la frequentazione dell’Istituto ha prodotto un’evoluzione del pensiero dell’autore che ha potuto, nel tempo, arricchirsi con la positività che anima le giornate dei “ragazzi”. Positività che, nello specifico, si vuole trasmettere con l’uso del colore.
È stupefacente essere testimoni della collaborazione e dell’altruismo che i ragazzi manifestano tra loro ed inoltre, grazie al lavoro costante del personale dell’Istituto, ogni singolo individuo viene accompagnato in un processo di crescita e portato ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale. Le stampe collocano lo spettatore di fronte ad una vicissitudine contemporanea che lui può solo intuire e che non manca di interrogarlo sulla fragilità dell’esistenza umana.
Le fotografie, che a volte esaltano la sensazione dell’attimo fuggente, sono destinate ad una osservazione attenta e non tendono mai alla ricerca della drammatizzazione. Sono dotate di un forte contenuto emotivo ed attraenti nelle inquadrature, nei colori e nelle forme. I soggetti sono ritratti con sensibilità poiché non si vuole “ridurli a puro mezzo o semplice pretesto per oggettivare un’idea o, peggio ancora, per esercitare un’estetica” come aveva già affermato la scrittrice Susan Sontag.

Di professione geologo, dipendente della Regione FVG, Maurizio Costanzo ha lavorato quindici anni con le ONG in vari Paesi dell’America Latina ed in Africa. Predilige approfondire, nei suoi progetti fotografici, tematiche sociali. Ha partecipato a due Master Class dell’agenzia Magnum Photos, con Bruce Gilden e Patrick Zachmann. Nominato Autore dell’anno FIAF per il Friuli Venezia Giulia nel 2015 con il lavoro in b/n “Luce dentro”, ha vinto nel 2013 il secondo premio a “Trentino Immagini”, nell’ambito di “Portfolio Italia”, con l’opera “Numero Guida 45”, entrando in questo modo a far parte dei venti finalisti che si sono contesi il podio a Bibbiena. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Fotoit (sett. 2014). Nel 2011 ha vinto il primo premio al “TriestePhotoFestival” con il portfolio “In strada”. Le sue foto sono state selezionate nel progetto nazionale FIAF “Tanti per tutti” ed esposte, in due mostre collettive, a Zagabria; in una mostra personale presso il Municipio di Turriaco (GO), a Bibbiena presso il CIFA e presso il Circolo Fincantieri-Wärtsilä.

“Ferriera” – Inaugurazione mostra di Erika Cei

Il progetto nasce nell’ottobre dello scorso anno con la finalità di documentare le condizioni di vita delle persone che abitano nei quartieri di Servola e Valmaura, a stretto contatto, dunque, con la Ferriera, stabilimento siderurgico datato 1897 che è tuttora in piena attività.
È difficile descrivere con poche immagini la vita degli altri. È difficile soprattutto quando ci si trova di fronte a persone che sono malate o che soffrono per la perdita dei loro cari e, oltre a questo, si trovano a combattere quotidianamente, contro fumi, polveri, odori, rumori di ogni genere che rendono la loro vita difficile, per non dire al limite. La mostra è dedicata a tutte queste persone, nella speranza che le loro storie non passino inosservate.

Storica di formazione, appassionata da sempre di immagini, Erika Cei ha iniziato a interessarsi al reportage grazie ad un workshop con la fotografa e scrittrice Monika Bulaj.
Autore dell’anno FVG 2014 – FIAF con il lavoro “Accademia della follia – una commedia in tre atti”, si è occupata anche di Bosnia Hercegovina e, sempre nel 2014, ha pubblicato su “Osservatorio Balcani e Caucaso” un reportage sulle alluvioni che hanno devastato il Paese.
Premiata da Workshop Foundry Photojournalism per “A time for gypsies”, un lavoro riguardante una famiglia Rom a Sarajevo, ha inoltre realizzato “E io ci metto la faccia”, 160 ritratti di persone nell’ambito dell’iniziativa “Salviamo la scritta La verità è rivoluzionaria”, presso l’ex o.p.p. di Trieste.
Agli inizi del 2016, ha allestito, presso Oltre il giardino a Pordenone, la mostra “La meta”, reportage realizzato prevalentemente in Silos e relativo ai profughi afghani e pakistani che sono arrivati in Friuli Venezia Giulia, attraverso la rotta balcanica. Da tre anni sviluppa un progetto sulle contraddizioni dell’Europa contemporanea, di cui il reportage “Ferriera” è parte integrante.
Più di recente ha partecipato a Dublino alla mostra collettiva Trieste-Dublin, con alcune immagini relative agli anni trascorsi a Trieste dallo scrittore irlandese James Joyce. Il progetto porta il titolo “Sua mare grega”, appellativo scherzoso e del tutto triestino, con cui lo scrittore irlandese James Joyce chiamava la sua opera più celebre, l’Ulisse.
Attualmente sta lavorando a “Lina e le altre”, un progetto tutto al femminile, che si può riassumere nel motto “I’Mpossible”.

“La Défense” – Mostra di Ernesto Petronio

19 ottobre – 13 novembre 2016

Fritz Lang, il grande regista austriaco, raccontò che, arrivando negli Stati Uniti, rimase colpito e impressionato dalla vista notturna di New York e del suo skyline che gli fu di ispirazione per il suo capolavoro simbolo del cinema espressionista. ‘Metropolis’ si svolge nel 2026 (ci siamo quasi….), cento anni esatti dopo l’uscita del film, in una selva di grattacieli dove regna assoluta l’ingiustizia di classe. 

Ernesto Petronio girando con la sua reflex per il quartiere della Défense aveva nel cuore ‘Metropolis’ e negli occhi la meraviglia di vedere grattacieli altissimi in una città come Parigi.

Si raggiunge la Défense con la metro gialla numero 1 e subito si ha la sensazione di essere in un’altra città. Ma Parigi è così. Regala sorprese ha chi cuore e occhi per vedere. Si arriva in un luogo di grattacieli di vetro e acciaio, di condomini futuristici, di fontane avveniristiche, di sculture moderne. L’opera più famosa del quartiere è la Grande Arche, inaugurata il 14 luglio 1989 per il bicentenario della Rivoluzione francese. L’Arche delimita l’estremità occidentale dell’Axe Historique, l’asse di 8 km, iniziato nel 1640 da André Le Notre (quello dei giardini di Versailles), che parte dalla piramide di vetro del Louvre e procede lungo gli Champs-Elysées fino all’Arc de Triomphe.

Petronio ha definito così la sua esperienza: ‘Un vero paradiso fotografico, in cui le persone si sentono protagoniste, accettando di buon grado di condividere l’intesa giocosa tra il fotografo e la spazialità del luogo’.

Marinella ZONTA

 

Inaugurata ieri la mostra del “nostro” Ernesto PETRONIO dedicata a “La Défense” di Parigi.  Presente tra il pubblico anche il grande Ugo BORSATTI.

La mostra sarà visitabile fino al 13 novembre 2016 presso la Sala Fenice del Circolo.

La Défense è un distretto composto da grattacieli di uffici, condomini e centri commerciali, che sorge su parte dei comuni di Nanterre, Courbevoie e Puteaux (tutti nel dipartimento dell’Hauts-de-Seine), ad ovest di Parigi. La Défense è il più grande quartiere d’affari in Europa.
La Défense prende il nome dalla statua de “La Défense de Paris” (“La Difesa di Parigi”), che venne costruita nel 1883 per commemorare i soldati che avevano difeso Parigi durante la guerra franco-prussiana. Il nome della zona provoca talvolta confusione negli stranieri, che suppongono abbia qualcosa a che fare con l’esercito.
Nel settembre 1958, venne creato dallo stato per gestire e creare il quartiere. La Défense iniziò a prendere forma: i primi edifici vennero costruiti ed iniziarono a rimpiazzare fabbriche, baracche e anche alcune fattorie. Il Centre des nouvelles industries et technologies (CNIT, “Centro delle nuove industrie e tecnologie”) venne costruito e messo in funzione nel 1958. Questi grattacieli di “prima generazione” erano tutti identici e limitati ad una altezza di 100 metri. Nel 1966 la Torre Nobel fu il primo palazzo di uffici costruito nell’area.
Nei primi anni 1970, in risposta ad una grande richiesta, cominciarono ad apparire gli edifici della “seconda generazione”. La crisi economica del 1973 quasi fermò ogni progresso; ciononostante fra il 1972 e il 1974 fu costruita fra le altre la Torre FIAT (diventata nel 1995 Tour Framatome e oggi Tour Areva) alta 178 metri. Nel rilanciare la costruzione, le torri di “terza generazione” vennero costruite già nei primi anni 1980. Il più grande centro commerciale d’Europa (all’epoca), il Quatre Temps (“Quattro Tempi”), venne creato nel 1981. Nel 1982 l’EPAD lanciò il concorsoTête Défense per trovare un monumento che completasse l’Axe historique (“Asse storico”), il che portò alla fine alla costruzione dell’Arco de La Défense all’estremità occidentale del quartiere. Nello stesso periodo vennero costruiti degli alberghi, venne ristrutturato il CNIT, e la linea 1 della metropolitana venne prolungata fino a La Défense (il prolungamento entrò in servizio nel 1992), rendendo l’area ancor più facilmente accessibile dal resto della città.
Nel 1993, La Défense visse la sua seconda crisi e dovette attendere fino al 1997 per un significativo aumento dei visitatori. Oggi, La Défense è il più grande centro direzionale di tutta Europa.
Le principali aziende che vi hanno sede sono: Cegetel, Société Générale, Total, Aventis, e Arcelor. Il grattacielo più alto è la Tour First, grazie alla trasformazione completata nel 2011. Esso, con un’altezza di 231 metri per 50 piani, è anche il grattacielo più alto della Francia.

TRATTO DA WIKIPEDIA, L’ENCICLOPEDIA LIBERA.

La foto dell’anno FIAF 2015 – Inaugurazione Mostra

21 settembre – 14 ottobre 2016

Rassegna di Autori vari

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Anche quest’anno (ed è la quinta volta consecutiva) la nostra Sala Fenice (una delle sette Gallerie FIAF esistenti in Italia) ospiterà la Mostra denominataLa Foto dell’Anno FIAF” (nell’occasione quella relativa ai Concorsi organizzati nel 2015). Lo scorso anno le fotografie prime classificate nei Concorsi con Patrocinio federativo che hanno potuto partecipare alla selezione per “La Foto dell’Anno”, sono state sessantatré, provenienti da quarantasei Concorsi.

Ecco di seguito alcuni dati statistici relativi ai Concorsi 2015: 2.297 Autori diversi partecipanti, 980 Autori diversi ammessi, 157 Giurati diversi. Sono stati assegnati 420 Premi a 193 Autori diversi (con oltre 350 opere diverse). L’Autore che ha ottenuto il maggior numero di Premi è stato Marco Urso (che ha esposto in Sala Fenice nel novembre del 2015). I Concorsi con maggior numero di Autori partecipanti sono stati nell’ordine l’“Obiettivo Agricoltura” (organizzato a Figline Valdarno FI) con 550 Partecipanti, il “4° Città di Follonica” (a Follonica GR) con 518, e il “50° Trofeo Cupolone” (a Firenze) con 371. Il nostro Circolo ha organizzato un solo Concorso fregiato del Patrocinio FIAF nell’ormai lontano 1985. Poi non ha più ritenuto di ripetere l’esperienza.

Per capire l’interesse suscitato dai Concorsi (tradizionali) nelle varie Regioni italiane è sufficiente indicare ancora qualche dato statistico (relativo sempre all’anno 2015): 454 sono stati i Toscani partecipanti, 321 i Lombardi, 299 gli Emiliano-Romagnoli, 274 i Laziali, e appena 39 (di cui 8 iscritti al nostro Circolo) i Friulani-Giuliani.

Le cinque opere finaliste de “La foto dell’Anno 2015” sono state “Ultimo pugno” di Giuseppe Bernini (di Montefoscoli PI), “The Ward” di Cristina Garzone (di Pratolino Vaglia FI), ”Allahbad, India 2013” di Rosario Lo Presti (di Firenze), “Omaggio a Gastel” di Anna Signorini (di Massarosa  LU) e “La giovane lettrice” di Marco Urso (di Milano). A conclusione di tutto l’iter selettivo, il titolo è andato a ”Allahbad, India 2013” di Rosario Lo Presti.

Fulvio MERLAK

I soci hanno poi votato individualmente la foto preferita. L’immagine che ha ricevuto più preferenze è LA GIOVANE LETTRICE di Marco Urso la seconda scelta dai presenti è OMAGGIO A GASTEL di Anna Signorini. Al termine si è aperto un dibattito dove i Soci hanno espresso il loro parere sulle loro scelte.