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Serata con Marco Urso

Inaugurata questa sera la mostra di Marco URSO dal titolo “La mia Wildlife“.

Presente l’autore che ha descritto aneddoti e “dietro le quinte” delle foto a tema naturalistico esposte nella Sala Fenice del Circolo.

La rassegna sarà visitabile fino all’11 dicembre 2015 dalle 10.00 alle 11.30 e dalle 17.00 alle 19.00 da lunedì a venerdì.

Marco URSO sarà inoltre presente giovedì 19 novembre all’Hotel Savoia (Sala Imperatore) alle 18.00 per una fotoconferenza (evento organizzato dal negozio Attualfoto di Trieste).

Il 12 e il 13 dicembre, invece, sarà di nuovo a Trieste per due Workshop, organizzati nuovamente da Attualfoto, dal titolo “Reportage di viaggio” e “Fotografia naturalistica”.

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Marco URSO

Marco inizia a fotografare da adolescente con una modesta macchina a telemetro. Sviluppa e stampa da solo e vince il suo primo concorso all’età di diciannove anni con un reportage su Venezia.

Dopo gli studi di Medicina e Chirurgia e un’esperienza di quasi un anno all’Istituto Nazionale di Cardiologia di Città del Messico, tornato in Italia, accetta un lavoro che credeva transitorio e che poi invece diventerà la sua professione per quasi trent’anni: diventa il direttore generale di un importante tour operator internazionale e a venticinque anni anche il più giovane dirigente in Lombardia.

La sua vita cambia completamente. Studia materie nuove, sostituisce le nozioni di fisiologia con quelle di macroeconomia, e al posto della farmacologia e della clinica medica si trova ad affrontare la gestione dei budget, le sfide delle risorse umane e prova sulla sua pelle l’ansia dei risultati commerciali.

Fonda e gestisce due riviste, un’associazione culturale dedicata ai viaggi e per un periodo è stato il responsabile del comitato nazionale FIAVET per i giovani viaggiatori. Sono trent’anni di opportunità e successi, di continue sfide che lo portano in giro per il mondo, ma con ritmi troppo frenetici perché possa cogliere l’essenza delle cose decide di cambiare vita e lascia una carriera all’apice, tanti privilegi e comodità e inizia una vita più semplice, ma immensamente più ricca e con più spazio per gli interessi personali, tra cui la fotografia.

Marco è un “Wildlife and Travel photographer”, ovvero dedica i propri scatti a soggetti di reportage di viaggio e di natura. I due ambiti, fotograficamente parlando, hanno molto in comune, chiedendo entrambi una sintesi di tecnica, repentina visione fotografica e specchio di uno stato interiore.

Per Marco le nozioni dei suoi studi e l’esperienza professionale riaffiorano, congiunte, nell’interesse per l’uomo e le sue diverse culture e per il comportamento delle specie in natura. Curiosità, ma anche studio e conseguente voglia di approfondimento, ripresa fotografica e impegno per la salvaguardia della natura e delle sue immense bellezze.

Marco dedica particolare attenzione alla luce in ripresa, alla composizione come narrazione di una storia e ai suoi lavori applica solo una minima postproduzione.

Le sue foto sono state utilizzate per libri di natura e viaggi in tutto il mondo e sono state pubblicate da riviste come National Geographic, Nature Images, Nature Best, Outdoor Photographer, Asferico, Natura e Oasis, Go Nordic.

E’ stato vincitore o finalista in vari concorsi nazionali e internazionali, come quello del National Geographic,Wildlife Photographer of the Year, Travel Photographer of the Year, European Wildlife Photographer of the Year, Hasselblad Awards, Nature Best, Outdoor Photographer of the Year, Campionato Italiano di Fotografia Naturalistica, Glanzlichter.

Solo negli ultimi due anni ha vinto più di cento premi a livello nazionale ed internazionale ed è stato insignito delle medaglia d’oro o d’argento delle più importanti associazioni fotografiche internazionali come la Royal Photographic Society, la Photographic Society of America la Federazione Fotografica Tedesca, Scandinava,Olandese, Canadese e di Singapore.

Le sue foto sono state esposte a Washington, Londra, Colonia, Singapore, San Pietroburgo e Mosca.

Ha visitato e viaggiato in settantaquattro paesi. Scrive e pubblica articoli e servizi sulle riviste Oasis, Natura, Asferico. Image Mag, ed in lingua inglese e tedesca, sul magazine Go Nordic.

E’ socio del Circolo Fotografico Milanese . Fa parte della FIAF, della FIAP, dell’AFNI, di cui è il delegato per la Lombardia e del GDT tedesco. E’ un X-PHOTOGRAPHER Fuji.

Nel 2014 è entrato a far parte della Squadra Nazionale Italiana di Fotografia Naturalistica che ha poi vinto la medaglia d’oro ai campionati mondiali e nel 2015 di quella di Reportage vincendo, anche in questa, la medaglia d’oro.

 

Informazioni tratte dal sito http://www.compagnidiviaggio.com/wp/

e dal sito http://www.photoxplorica.com/

Il diario di Valentina

Mostra fotografica presso la Sala Fenice del Circolo, dal 14 ottobre al 13 novembre 2015

Il diario di Valentina

Personale di Juan Arias Gonano

Il soggetto della mostra è ispirato al famoso personaggio del mondo del fumetto italiano, Valentina, del grande disegnatore Guido Crepax. Mediata dallo sguardo e dalla sensibilità degli scatti di Juan Arias Gonano, l’eroina si materializza fisicamente in una ragazza vera “in carne ed ossa”. Valentina (questo l’effettivo nome della modella fotografata), racconta una storia espressa attraverso la gestualità corporale che manifesta stati d’animo, desideri e suggestioni surreali, in una serie di fotografie a colori, bianco e nero e a sorprendenti elaborazioni grafiche.

Le location di questo progetto foto-grafico si trovano a Gorizia e a Nova Gorica, luoghi che compaiono all’interno delle immagini quali scenografie che rafforzano il contenuto espressivo e concettuale. Le immagini sono rese con un uso calibrato delle gamme di colore, con un sapiente utilizzo della luce e con notevoli qualità di sfumature nei passaggi chiaroscurali. Nelle grafiche Juan rende “fumettistica” la tecnica fotografica avvicinandosi al capolavoro di Crepax, “Diario di Valentina”, da un’altra ottica, molto personale.


Foto di Renata Deganello

 

Juan Arias Gonano

Nato in Argentina nel 1970, laureato in Belle Arti, artista plastico, restauratore e insegnante, Juan Arias Gonano prosegue gli studi in Italia avvicinando diverse tecniche e materie teoriche dell’ampio e diversificato mondo dell’arte; nel campo della fotografia inizia la sua ricerca personale già all’Università di Rosario in Argentina, sotto la direzione del Prof. Bras, e la prosegue in Italia al CRAF, Centro di Ricerca ed Archiviazione della Fotografia, in collaborazione con diverse e prestigiose istituzioni internazionali che gli permettono di studiare e di conoscere persone di fama internazionale: Charles Henry Favrod, Italo Zanier, Silvia Berselli, Michael Jacob, Michael Gray, Nora Kennedy, Anne e Henry Cartier Bresson. Nel 1997 inizia la sua esperienza professionale nel Museo, nella Stamperia d’arte e nei Laboratori fotografici della Fratelli Alinari di Firenze, sotto la guida di George Tatge, occupandosi di stamperia, di restauro, digitalizzazione ed archiviazione della fotografia. La sua ricerca espressiva lo porta a interessarsi dell’estetica della rovina, come manifestazione della società contemporanea, al nudo artistico femminile sotto un profilo quasi scultoreo della donna nel ambito della vita quotidiana. Dal 1992 al 2000 espone pubblicamente i suoi lavori in Argentina e in Italia. Dopo una pausa di riflessione, dal 2013 riprende a esporre le proprie fotografie prese nei Laboratori fotografici della Fratelli Alinari di Firenze, sotto la guida di George Tatge, occupandosi di stamperia, di restauro, digitalizzazione ed archiviazione della fotografia. La sua ricerca espressiva lo porta a interessarsi dell’estetica della rovina, come manifestazione della società contemporanea, al nudo artistico femminile sotto un profilo quasi scultoreo e della donna nell’ambito della vita quotidiana. Dal 1992 al 2000 espone pubblicamente i suoi lavori in Argentina e in Italia. Dopo una pausa di riflessione, dal 2013 riprende a esporre le proprie fotografie presentando il catalogo e la mostra “Woman” a Gorizia.

La Foto dell’Anno 2014 FIAF

  • La FIAF, Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, promuove una Selezione denominata “La Foto dell’Anno”, riservata alle fotografie prime classificate nei Concorsi (con Patrocinio federativo) organizzati nel corso dell’anno.
  • Scopo dell’iniziativa è quello di individuare e divulgare le immagini più apprezzate dell’anno.

Questi i primi due punti del Regolamento per partecipare alla Selezione “La Foto dell’Anno FIAF”. Una volta inviati i file delle fotografie premiate al Centro Italiano della Fotografia d’Autore, questi vengono pubblicati in un’apposita sezione dedicata del Sito (fiaf.me), dove una Giuria popolare esprime la sua preferenza attraverso un voto online. Accedono alla fase finale del Concorso le prime venti fotografie premiate dalla Giuria popolare più dieci scelte da una Giuria di Esperti. Le trenta fotografie finaliste vanno così a far parte di una Mostra che viene esposta nelle varie Gallerie FIAF presenti in diverse parti d’Italia, compresa la nostra Galleria Fenice, ma non solo, vengono pubblicate sulla rivista Fotoit e la foto vincitrice viene pubblicata anche sulla copertina dell’Annuario Fotografico Italiano.

Continuiamo con piacere ad ospitare questa Mostra, non solo perché la nostra Sala è una delle Gallerie FIAF, ma anche per poter apprezzare ogni anno il meglio della fotografia amatoriale italiana, trovare nuovi spunti in immagini che hanno ottenuto ottimi riscontri nei Concorsi Nazionali e confrontarci sulle stesse per imparare e crescere insieme.

Il vincitore del 2014 è Marco Bartolini con “African Beach”.

Morena COTTERLE

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Durante la serata sono state presentate e commentate le cinque foto finaliste di quest’anno: “Con la tua mano sinistra 1” di Angelo ANDREONI, “A scuola in Nepal 2” di Ivano CHELI, “African Beach” di Marco BARTOLINI vincitore di questa edizione, “Razzauti incontra Modigliani III” di Fabrizio RAZZAUTI e “A presto” di Francesco VIGNATI, .

La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 9 ottobre 2015.

Inaugurazione mostra “Piccoli Mondi”

Sono trascorsi quasi dodici anni da quando, nel redigere il consueto articolo di fondo per “Fotoit” (pubblicato nel mese di ottobre del 2003), ho concluso le mie argomentazioni con un’affermazione che oggi può apparire lungimirante: «Quello dei concorsi a lettura di portfolio è un microcosmo molto variegato ed estremamente interessante che riscuote ovunque ampi consensi. Noi auspichiamo che continui a crescere e migliorare.» Col senno del poi si può dire che non occorreva essere veggenti per esprimere un simile auspicio. Era sufficiente prendere atto dei tanti segnali di crescita espressiva, comunicativa e culturale che giungevano da ogni parte d’Italia in campo fotografico amatoriale. Quattro anni più tardi (ottobre 2007) il mio amico Claudio Marcozzi (fotografo professionista di Porto San Giorgio, insegnante di fotografia e giornalista) scriveva su “Reflex”: «Le manifestazioni fotografiche che comprendono incontri per la lettura dei portfolio vanno sempre più aumentando in Italia, mettendo in evidenza un dato molto positivo: finalmente anche nel mondo amatoriale è appurato il fatto che lavorare attorno ad un progetto è molto più serio che dedicare le proprie competenze solo alla realizzazione di fotografie singole, belle sì, ma niente di più. È la prova di una maturità raggiunta, della consapevolezza del valore e del potere del mezzo fotografico.» Oggi in Italia le Manifestazioni caratterizzate da incontri basati sulla lettura di portfolio sono davvero tante e continuano a proliferare come funghi. Vengono organizzate ovunque e rappresentano altrettante occasioni di crescita e di approfondimento fotografico e culturale. Sono opportunità per sottoporre i propri lavori al commento e alla valutazione degli esperti del settore, curatori, fotografi, critici, direttori artistici, insegnanti, editori e photo editor, in una sorta di grande seminario formativo aperto al pubblico. Il portfolio è una forma espressiva complessa, che necessita di progettualità e di originalità. Anche il Circolo Fotografico Fincantieri-Wärtsilä se ne occupa, e lo fa, al suo interno, da ben dieci anni, organizzando due specifiche selezioni: “Microcosmi” in febbraio e “Universo Portfolio” in maggio. Non si tratta di vere letture di portfolio; cionondimeno in questi due lustri abbiamo potuto rilevare una costante crescita qualitativa dei lavori partecipanti. Ed è per questo che si è pensato di allestire una Mostra con i sei lavori premiati nelle due selezioni. “Piccoli mondi” sono quindi dei sintetici complessi coerenti di immagini. La loro finalità è quella di esprimere delle idee. Nel 1972 lo scrittore umanista Italo Calvino scrisse: «Un libro (io credo) è qualcosa con un principio (anche se non è un romanzo in senso stretto), è uno spazio in cui il lettore deve entrare, girare, magari perdersi, ma a un certo punto trovare un’uscita, o magari parecchie uscite, la possibilità d’aprirsi una strada per venirne fuori.» Orbene, anche nei portfolio fotografici bisogna poter entrare, girare, magari perdersi, ma alla fine è imperativo riuscire a trovare almeno una soluzione.

FULVIO MERLAK

E’ stata inaugurata oggi la mostra Piccoli Mondi che rimarrà esposta nella Sala Fenice fino al 21 agosto 2015.

All’incontro sono intervenuti gli autori che hanno esposto le proprie opere e hanno risposto alle domande dei presenti. Alla fine del dibattito, è stato offerto (come di consueto) un rinfresco per tutti i visitatori.

E’ stata questa l’occasione anche per scambiarsi i saluti per le vacanze estive. Le attività del circolo riprenderanno con l’imperdibile appuntamento di fine agosto con il 13° TriestePhotoFestival.

Non mancate!

Tutte le foto sono di Renata Deganello che ringraziamo!

Mostra “Piccoli Mondi”

Mercoledì 24 giugno 2015 alle ore 18:30 presso la Sala Mostre Fenice verrà inaugurata la mostra “Piccoli Mondi” di autori vari con la raccolta dei portfolio vincitori del 10° Universo Portfolio e 10° Microcosmi.

Verranno esposte le opere dei seguenti autori:

Lucia CREPALDI : “Alluminio”
Silvano MATKOVICH: “La città perduta”
Renata AGOLINI: “Ca’ Zen”
Renata AGOLINI: “Senza Titolo”
Daniele IURISSEVICH: “Nonna Anita”
Giulio BONIVENTO: “Pacha Mama: La madre terra andina”

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