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Inaugurazione mostra di Luciano Monti

Ieri sera si è inaugurata con successo la mostra di Luciano Monti dal titolo “India“, già vincitrice di Portfolio Italia 2013 (vedi articolo).20150527_182230

 

Come già preannunciato, la serata è stata impreziosita dalla cortese presenza dell’autore che ha risposto a tutte le domande e mantenuta viva l’attenzione dei presenti con una intervista/conferenza densa di aneddoti che può ascriversi a vera e propria lezione di fotografia e di vita.

“Bisogna (ri)scoprire il dialogo con la nostra emotività per dare sfogo alla nostra personale creatività, cercando il dialogo interiore negli ormai rari momenti in cui parliamo solo con noi stessi”

Foto in copertina di Renata Deganello

“India” – Mostra di Luciano Monti

Mercoledì 27 maggio si inaugurerà la mostra di Luciano Monti dal titolo “India”, opera vincitrice di Portfolio Italia 2013 – Gran Premio Epson. La mostra rimarrà visitabile presso la Sala Fenice fino al 19 giugno 2015.

L’autore sarà presente per rispondere a tutte le domande.

 

Luciano Monti 03

 

Esperienza e autorevolezza consentono al nostro Autore di affrancarsi da tanta iconografia sull’India e sulle sue cose (Cartier-Bresson, Bischof, Scianna, Ackermann, Shobha, Raghu Ray, McCurry), e fin qui, troppo celebrata. Opta, quindi, per la semplicità e la chiarezza dell’esposizione che, soprattutto in una sequenza fotografica, non sono pregi o ingredienti che si rinvengono con facilità, e pertanto, ci rallegriamo quando nella rappresentazione del variegato e caleidoscopico fenomeno “India” – diciamolo pure: fenomeno complesso e difficile – troviamo una logica espositiva e narrativa che, senza rinunciare alla specificità del mezzo fotografico, sintetizza con maestria e intelligenza l’esperienza dell’incontro/confronto con la documentazione di questo mondo. L’India è, ancora, sospesa tra storia e globalizzazione ovvero tra un tempo che appartiene agli usi e alle tradizioni, sempre intessuti di religione e di colore, e un tempo che, invece, appartiene al cosiddetto “futurabile”, fatto di algoritmi che in modo diverso scavano nella natura delle cose, e di hi-tech che sembra contraddire quanto vive lungo il sacro corso dei fiumi. Eppure, la leggerezza del ritmo della sequenza fotografica adottata dal Nostro, e, quindi, la rarefazione apparente dei colori – laddove fare emergere le figure umane e quelle del loro gruppo etnico – e, poi, le selezionate atmosfere d’insieme – laddove incastonare preziosi ritratti, assai lontani dalle seduzioni del turismo promozionale – risolvono questo contrasto, rimandandoci alla vera e antica natura di quei colori, alla tolleranza di quelle convivenze, all’accettazione di quanto ci sta attorno, anche degli sguardi indiscreti. E, a mio avviso, c’entra qualcosa, in questo sapiente incipit, il ricorso al metodo analogico, sia in fase di ripresa sia in quello di stampa, come a riaffermare che la rappresentazione di ogni visione sia sempre il risultato tecnico di un gesto naturalissimo, quello dello sguardo sempre bisognoso di capire il tempo e d’intendere lo spazio e i suoi orizzonti.

Pippo PAPPALARDO

 

Luciano Monti fotografa dal 1983. Dal 1995 è presente a Treviso, dove si occupa di ritratto, matrimonio e fotografia Fine Art. Le sue opere fanno parte di numerose collezioni e musei in Europa e USA, tra cui: Victoria and Albert Museum (London), Musée de l’Elysée (Losanna), Musee for Fotokunst (Odense – Denmark), Museo Ken Damy (Brescia), European Polaroid Collection (Praga), Italian Polaroid Collection Arcisate (Varese), Galerie d’Essai dotation Photo Service (Paris), Accademia Carrara di Belle Arti (Bergamo). È autore di quattro libri in B/N: “Ritratti nobili” (1992), “Paesaggio americano” (1999), “Paesaggio italiano” (2003) e “Viaggio in Libia: I deserti” (2009).

Dal 1985 ha vinto numerosi premi, i più importanti sono: 1985 Viareggio Fotografia – Primo premio assoluto; 1990 Pecs (Ungheria) – Migliore Autore all’Internazionale FotoForum; 1992 Campione del Mondo FIAF per il ritratto; 1992 Arles – Premio Galerie d’Essai; 1992 Premio Kodak come migliore fotografo di ritratto dell’anno; 1994 Premio Città di Prato per il Miglior libro Fotografico dell’anno; 1998 Premio Agfa come migliore fotografo di matrimonio dell’anno; 1998 Arles – Premio Galerie d’Essai con proiezione di immagini durante gli Incontri Internazionali; 1998 Massa Marittima premio per il Migliore Portfolio al Toscana Foto Festival; 2003 Premio Hasselblad Master; 2005 Premio come stampatore dell’anno al Concorso internazionale indetto dalla rivista inglese Black and White Photography Magazine; 2005 vincitore del Concorso Internazionale Kentmere Student and Open Award (promosso dalla Kentmere) per la migliore stampa in Bianco e Nero.

Ha lavorato per prestigiosi marchi fra cui Agfa Italia, Kodak Europa e Hasselblad.

Confini 12

Mercoledì 15 aprile 2015 inaugureremo la mostra Confini 12, la rassegna italiana di fotografia contemporanea giunta alla sua 12esima edizione la cui mostra itinerante, come ogni anno, fa tappa a Trieste nello spazio espositivo della Sala Fenice.

Saranno esposte le opere di Oriana CAPRIOTTI (“Medusa”), Laurence CHELLALI (“L’idealista contrariato”), Diego MAZZEI (“Dismorfie digitali”), Massimo NAPOLI (“San Andreas”), Guido PRATELLESI (“Urbanesimo”), Marco RIGAMONTI (“Bassa stagione”) e Francesco ROMOLI (“Artificial Intelligence”).

La rassegna sarà visitabile dal 16 aprile al 22 maggio 2015 con orario 10.00-11.30 e 17.00-19.00 da lunedì a venerdì. Sabato e festivi chiuso.

 

“Trapani, tra emozioni e spiritualità. La processione dei misteri” Mostra di Giancarlo Rupolo

Questa sera si inaugura la mostra di Giancarlo RUPOLO dal titolo “Trapani, tra emozioni e spiritualità. La processione dei Misteri“.

La mostra rimarrà esposta nella Sala Fenice fino al 10 aprile 2015.

Nella settimana che precede la Pasqua, Trapani cambia volto e si riscopre ancora saldamente attaccata alle sue radici.

Trapani torna ai riti di un’antica spiritualità, dopo quattrocento anni ancora profondamente viva. Sono giorni in cui si mescolano la fede, la tradizione, il folklore, il sacro e il profano. Momenti di aggregazione in cui la città si ritrova tutta. Ore in cui le strade si riempiono di gente; una grande folla che si riunisce per seguire ed accompagnare la “Processione dell’Addolorata”, la “Processione della Madonna pietà del popolo” ed infine la lunga processione dei “Misteri”, che dura ventiquattro ore, durante le quali i massari e le antiche maestranze trasportano sulle loro spalle le preziose sculture lignee accompagnati da bande musicali. In questi momenti di grande partecipazione si rispecchia tutta la vita economica, culturale, sociale e politica della città.

Nato a Caneva (PN) nel 1945 Giancarlo Rupolo è stato Socio fondatore del Circolo Fotografico “L’obiettivo” di Pordenone.

Ha frequentato numerosi maestri quali Gianni Berengo Gardin, Mario de Biasi, Fulvio Roiter, Franco Fontana, Romano Cagnoni, Roberto Salbitani, Giovanni Marozzini, George Tatge ed Ernesto Bazan. È coautore di numerosi libri ed è citato in vari testi di argomento fotografico. Ha al suo attivo cinquantacinque mostre fotografiche collettive e ventidue personali. Negli ultimi anni ha ottenuto vari riconoscimenti tra i quali il “10° Premio Mario Giacomelli”, il “24° Premio Città di Verona”, la “Farfalla d’Argento”, la “Farfalla d’Oro”, il Premio “Giorgio Trani” per il Reportage, il Premio speciale della Giuria al Concorso “Giancarlo Siani” e il 2° Premio “Portfolio Trieste”. Una sua foto è stata selezionata per il calendario di Amnesty International nel 50° Anniversario della sua fondazione. Nel 2013 ha vinto il “1° Portfolio a Spilimbergo” organizzato dal CRAF, nuovamente la “Farfalla d’Argento, il 45° “Truciolo d’oro” ed è stato selezionato da National Geographic. Nel 2014 ha vinto il primo Premio al Concorso Internazionale “Luz Contra el Racismo” a Madrid, è stato finalista con menzione al Concorso della rivista “Oasis” e si è classificato al secondo posto al “4° Gran Premio Città di Garda”.

Nel 2012 è stato nominato “Autore dell’anno FIAF” per il Friuli Venezia Giulia.

Vive a Caneva in provincia di Pordenone.

“Silenzi del Nord” – Mostra di Donato Riccesi

E’ stata inaugurata questa sera la mostra di Donato Riccesi intitolata “Silenzi del Nord“. Mostra che rimarrà esposta presso la Sala Mostre Fenice fino al 13 marzo 2015.

La serata è stata anche l’occasione per incontrare l’autore triestino che si è descritto come un “fotografo senza flash e con poca pazienza” con una spiccata preferenza per la fotografia a colori e con un occhio di riguardo verso i grandi della fotografia italiana e la pittura in generale.

A breve realizzerà un libro fotografico su Gerusalemme. Non sulla splendida e suggestiva architettura della città, come sarebbe facile pensare vista la sua laurea in Architettura conseguita all’Università di Firenze, ma incentrandosi piuttosto sulle persone che vivono nella Città Santa.

Riccesi ha raccontato del suo viaggio tra le Orcadi e le Shetland manifestando la sua preferenza per la quieta solitudine del nord. Silenzio che ha ispirato il titolo della mostra.

Silenzi del Nord 4 - Donato Riccesi

Ho sempre provato un irragionevole trasporto per il Nord. Razionalmente ho cercato un perché, ma tuttora la ragione sta nascosta da qualche parte nella mia anima e non ha trovato una precisa risposta. Avevo visitato la Scozia, le Highlands, qualche anno addietro, e ne avevo subito il fascino: quella storia, quei silenzi, quegli spazi, quelle maree atlantiche, quelle popolazioni lontane, fiere e perdenti, tuttavia mai sottomesse…

Ma le isole a Nord sono un’altra cosa. Sono differenti, più estreme, lassù in alto, ai confini del mondo. Non sono neppure Scozia, se non da un punto di vista meramente amministrativo. Le Orkney un po’ di più, le Shetland affatto. Arcipelaghi di isole e isolotti scarsamente abitati ma con una storia antichissima dove non è raro imbattersi in tracce di civiltà e manufatti che risalgono all’età del bronzo. Ma non era la storia che cercavo. Forse cercavo solo un silenzio, una luce diversa, che a giugno non si spegne mai, con una notte che dura poche ore. Un modo per guardarsi dentro, per pensare, dove la natura è aspra e fortissima, gli animali e gli uccelli infinitamente più numerosi degli umani. Quella luce mi ha conquistato e dovevo fissarla, portarmela dietro per sempre nell’archivio della memoria per il resto della vita. La pace di quei villaggi al crepuscolo è indescrivibile, paiono sospesi in un tempo indefinito; qua e là tracce del nostro tempo, dove i frammenti della contemporaneità non sovrastano le preesistenze. Benché le Shetland vivano di un’economia basata sull’estrazione del petrolio, oltre che di pesca, e al largo vi siano decine di piattaforme offshore, viaggiando lungo queste ondeggianti strade solitarie, in un paesaggio glabro e senza alberi, vedevo altre cose. Ciuffoli di lana che vagavano nell’aria anche quando le pecore non erano in vista, e il frastuono degli uccelli marini sulle scogliere… e sui cartelli stradali: Attenzione! Attraversamento lontre! (al posto dei caprioli). E antiche distillerie di whisky dove tra le volte annerite e l’odore della torba evapora “la parte degli angeli”. Silenzi immensi, anche in pieno giorno, lungo i vicoli di antichi villaggi di pescatori; e memorie di guerre lontane, passaggi di prigionieri, anche italiani, deportati nel corso dell’ultima guerra. Ho colto una pervadente armonia in quei paesaggi, attraversati durante una settimana dilatata da sembrare lunga un mese. E un senso di appartenenza misterioso: a quelle solitudini, a quei mari. Un desiderio di ritornare che sinora ho allontanato nel timore di non poter ritrovare più le sensazioni provate in quel inizio giugno di quattro anni fa.

Forse è giusto così, in quell’isola che non c’è.” 

Donato RICCESI

 

Ringraziamo Renata Deganello e Marinella Zonta per le fotografie della serata.

Qui il sito web dell’autore.