“DALL’ARTICO ALL’EQUATORE” – Incontro con Marco DIAN

Mercoledì 23 novembre 2016

«Dall’Artico all’Equatore»

Il viaggio ha inizio dal Grande Nord, in un arcipelago nel mezzo dell’Oceano Atlantico, dove è ancora possibile ammirare la Terra senza le ormai onnipresenti contaminazioni umane. Le Isole Faroe sono protagoniste della multivisione “Faroe: Alle Porte dell’Artico”. Proseguendo l’itinerario verso sud approdiamo in Italia, in particolare sulle Dolomiti. Queste, patrimonio Unesco dal 2009, sono da sempre i soggetti fotografici per eccellenza di chi si occupa di fotografia di montagna e paesaggio. Per via delle loro caratteristiche uniche offrono incredibili ed infiniti spunti d’ispirazione, pur restando luoghi iconici e molto frequentati. Ma è durante le ore d’oro, all’alba e al tramonto, che queste montagne regalano il meglio di sé, donando emozioni forti a chi ha la sensibilità di apprezzarne le pareti che si infuocano al mutar della luce. Nasce da queste premesse una multivisione in continua evoluzione, Dolomiti L’Emozione della Luce, che riassume il lavoro fotografico dedicato al paesaggio dolomitico con l’intento di catturare quell’attimo, quel guizzo d’emozione che fa prender vita ai Monti Pallidi. Ma è in autunno che la montagna dà il meglio di sé: la stagione magica per eccellenza, in cui tutto accade e tutto si trasforma. Ad esso è dedicata la multivisione “Quando tutto cambia”. Il viaggio verso sud termina su un altro arcipelago, ancora su isole dove si percepisce chiaramente la natura primordiale della Terra. Siamo alle Isole Canarie e la multivisione “Nella Terra dei Vulcani” racconta di questi luoghi, di Tenerife e Lanzarote in particolare, dove il tempo pare essersi fermato, dove un antico eco riecheggia tra le immense distese laviche. L’urlo della Terra e la Natura nella sua spettacolare violenza si manifestano potenti alle pendici dei vulcani, sulle antiche montagne e sulle coste bagnate da onde impetuose. Qui, la forza degli elementi ha plasmato a proprio piacimento ogni cosa: dalle linee costiere dominate da scure rocce effusive agli infiniti rudi spazi dei malpais in cui la vita si sta riprendendo il proprio spazio. Non è l’Inferno, né il Paradiso. È semplicemente la Terra dei Vulcani.

Marco DIAN

“Ferriera” – Inaugurazione mostra di Erika Cei

Il progetto nasce nell’ottobre dello scorso anno con la finalità di documentare le condizioni di vita delle persone che abitano nei quartieri di Servola e Valmaura, a stretto contatto, dunque, con la Ferriera, stabilimento siderurgico datato 1897 che è tuttora in piena attività.
È difficile descrivere con poche immagini la vita degli altri. È difficile soprattutto quando ci si trova di fronte a persone che sono malate o che soffrono per la perdita dei loro cari e, oltre a questo, si trovano a combattere quotidianamente, contro fumi, polveri, odori, rumori di ogni genere che rendono la loro vita difficile, per non dire al limite. La mostra è dedicata a tutte queste persone, nella speranza che le loro storie non passino inosservate.

Storica di formazione, appassionata da sempre di immagini, Erika Cei ha iniziato a interessarsi al reportage grazie ad un workshop con la fotografa e scrittrice Monika Bulaj.
Autore dell’anno FVG 2014 – FIAF con il lavoro “Accademia della follia – una commedia in tre atti”, si è occupata anche di Bosnia Hercegovina e, sempre nel 2014, ha pubblicato su “Osservatorio Balcani e Caucaso” un reportage sulle alluvioni che hanno devastato il Paese.
Premiata da Workshop Foundry Photojournalism per “A time for gypsies”, un lavoro riguardante una famiglia Rom a Sarajevo, ha inoltre realizzato “E io ci metto la faccia”, 160 ritratti di persone nell’ambito dell’iniziativa “Salviamo la scritta La verità è rivoluzionaria”, presso l’ex o.p.p. di Trieste.
Agli inizi del 2016, ha allestito, presso Oltre il giardino a Pordenone, la mostra “La meta”, reportage realizzato prevalentemente in Silos e relativo ai profughi afghani e pakistani che sono arrivati in Friuli Venezia Giulia, attraverso la rotta balcanica. Da tre anni sviluppa un progetto sulle contraddizioni dell’Europa contemporanea, di cui il reportage “Ferriera” è parte integrante.
Più di recente ha partecipato a Dublino alla mostra collettiva Trieste-Dublin, con alcune immagini relative agli anni trascorsi a Trieste dallo scrittore irlandese James Joyce. Il progetto porta il titolo “Sua mare grega”, appellativo scherzoso e del tutto triestino, con cui lo scrittore irlandese James Joyce chiamava la sua opera più celebre, l’Ulisse.
Attualmente sta lavorando a “Lina e le altre”, un progetto tutto al femminile, che si può riassumere nel motto “I’Mpossible”.

29° Gran Premio Fotografico per stampe in Bianco e Nero Seconda serata e Inaugurazione mostra “Al Museo”

In apertura di serata, sono stati presentati i 15 autori del portfolio collettivo della serie “Monologhi” dal titolo “Al Museo“. Le opere rimarranno esposte nello Spazio Portfolio del Circolo.

Gli autori sono: Michela BIN, Walter BÖHM, Lucia CREPALDI, Gianfranco CREVATIN, Claudio DE PAOLI, Fabiana DEGRASSI, Fabrizio FABRIS, Giuseppe IALUNA, Carlo MICHELAZZI, Olga MICOL, Alessandro ROSANI, Alessandro SARTI, Scilla SORA, Andrea VENUTI e Marinella ZONTA.

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Nel resto della serata si è svolta la selezione delle stampe per la seconda serata in Bianco e Nero del nostro 29° Gran Premio Fotografico.

15 anche gli autori che hanno presentato le loro opere ai tre giudici Renata DEGANELLO, Erika CEI e Fulvio MERLAK.

Così, tra Giampaolo ALOISIO, Paolo ARGENTIANO, Michela BIN, Lucia CREPALDI, Fabrizo DEGRASSI, Claudio DE PAOLI, Gianfranco FAVRETTO, Silvano MATKOVICH, Olga MICOL, Ernesto PETRONIO, Roberto RIVA, Alessandro SARTI, Furio SCRIMALI, Giancarlo STAUBMANN e Massimo TOMMASINI sono stati selezionati:

5° Massimo TOMMASINI

4° Alessandro SARTI

3° Roberto RIVA

2° Furio SCRIMALI

1° Silvano MATKOVICH

Ritornate su questa pagina, perché a breve pubblicheremo le foto selezionate.