34° Gran Premio Fotografico – 3° incontro B&N

1° Classificato – RIVA Roberto


Le luminanze diverse in fotografia hanno sempre rappresentato un
elemento del linguaggio visivo molto forte e spesso assai ben utilizzato.
Un soggetto nel quale i suoi tratti distintivi, incastonati nell’azione, ci
narrano di un forte carattere espressivo, ricevono ulteriore enfasi da
una robusta dose di contrasto. L’Autore coglie due figure non più adolescenziali che esprimono le proprie identità al di fuori delle
convenzioni stilistiche attuali, attraverso una gestualità e postura assai ben ritratta. Entrambi gli sguardi sembrano imperscrutabili ma ciò offre la via, a noi che osserviamo la foto, di dar loro il senso e significato che sentiamo nell’istantaneità della visione. Lo sfondo, degno corollario, espande ulteriormente l’impronta voluta dall’Autore.

2o Classificato – STAUBMANN Giancarlo


In una navetta semi deserta dell’aeroporto, presumibilmente quello di Pisa, si consuma un bacio che infrange le regole dettate dall’attuale momento storico; ma si sa, al cuore non si comanda. Scatto rubato, caratterizzato da un’ottima inquadratura e da un bianco e nero che valorizza il momento magico, rendendo romantico anche un mezzo di collegamento da o per l’aeroporto. E la foto ci rimanda tutta la sensibilità interiore dell’Autore.

3a Classificata – PAOLI Marisa
“Palazzo Ducale, Mantova”

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Capolavoro dell’arte rinascimentale, la Camera degli Sposi del Palazzo Ducale di Mantova, è l’opera che Andrea Mantegna realizzò in onore di Ludovico Gonzaga e della moglie Barbara di Brandeburgo fra il 1465 e il 1474. Al centro del soffitto si trova il famoso e sbalorditivo “oculo”, una sorta di illusionistica apertura sul cielo sovrastante, primo trompel’oeil della pittura italiana. Appare quindi del tutto giustificato l’atteggiamento dei due giovani visitatori ritratti nell’immagine, intenti ad ammirare l’audace scorcio prospettico. La foto, decisamente ben composta, è impreziosita da una gamma tonale che offre ulteriore raffinatezza alle decorazioni pittoriche del Mantegna.

4° Classificato – GAUDENZI Nino
“Ripetizioni”


Tutti hanno certamente sperimentato quanto sia possibile rispecchiarsi nella realtà attraverso una fotografia. Lo specchio sappiamo essere implacabile verso chi vi si riflette, così come esistono altre superfici riflettenti molteplici, variabili, inattese e naturalmente inattendibili. Non è insensato ricordare la Prima lettera ai Corinzi, dove Paolo di Tarso scrive: “Adesso noi vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; allora vedremo faccia a faccia” (Capitolo 13, Verso 12) per rendersi conto di quanto antica sia questa coscienza del riflettersi. L’Autore di questa fotografia ha colto in una vetrina un riflesso, un riflettersi, ovvero un tornare indietro, creando la condizione dell’ideale triangolo fra il fotografo (allora) e noi, ora, che osserviamo la scena. La sottile perdita di coerenza visiva fra reale e riflesso ne estende il valore percettivo.

5a Classificata – BREGANT Aurora
“Autoritratto sbagliato”


L’Autrice ci offre un autoritratto impostato su una doppia esposizione che propone sfumature tutte da interpretare. Uno sguardo diretto, deciso, con le mani impegnate a nascondere una parte dello sguardo e della bocca, senza però riuscire a renderli eterei. La forza del pensiero sembra oltrepassare qualsiasi gesto, e la bellezza della donna non perde minimamente fascino, nonostante le barriere poste tra lei e chi la osserva.

34° Gran Premio Fotografico – 2° incontro Colore

1a Classificata – DONDINI TADDEI Lia

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

”Agnone fabbrica di campane”
Agnone è un comune del Molise in provincia di Isernia. È una località di antica storia di origine sannita. Oltre alle bellezze del territorio, la cucina, le tradizioni, l’artigianato e tanto altro ancora, è conosciuta per la Pontificia fonderia di campane Marinelli nata intorno all’anno 1000 d.C.
La sola parola evoca in ciascuno vecchi ricordi di quando i suoi rintocchi segnavano il tempo e gli accadimenti importanti nelle nostre comunità.
Un vero e proprio punto di riferimento. La fotografia non ha bisogno di spiegazioni. Il gesto della giovane ci appare leggero, quasi delicato e l’Autrice ha saputo ben dosare la luce, riuscendo a creare un’atmosfera magica che, per questi meravigliosi manufatti, è la giusta dimensione per uno degli ultimi ponti fra lontani passati e frettolosi ed economici presenti.

 

2a Classificata – MARRAS Roberta


“Il mio sogno di te non è finito”
Il titolo di questa fotografia è molto importante: “Il mio sogno di te
non è finito”. Lo è perché offre a chi vede l’immagine una circoscritta
dimensione emotiva, una più profonda relazione fra le parole e le forme contenute nella foto. Da una parte l’atmosfera turbolenta di una fine estate e un mare quasi furioso che non riesce però a sconvolgere il banco di sabbia sopra il quale rimangono due sedie, una quasi abbracciata all’altra (e concediamoci pure questa libera associazione).
E poi dimenticata, o forse volutamente lasciata, una bottiglia testimone anch’essa di un tempo che sembra proprio perduto per sempre.
L’Autrice ci lascia distanti da quella analogia di un ricordo, rafforzando la lontananza che è accentuata dalle onde, le quali, continuamente, disperdono infinite goccioline d’acqua.

 

3° Classificato – MASINA Edoardo


”Ma dove vuoi andare?”
Una foto concettuale nella quale l’elemento diverso va controcorrente.
È piaciuta molto l’idea e la scelta dei soggetti, che funzionano bene
assieme, sia per dimensioni, sia per colore anche se il taglio delle due
code a sinistra disturba un po’. Probabilmente si poteva gestire
diversamente. Si poteva ad esempio creare un banco di pesci lasciando ampio spazio ai lati del gruppo, oppure ritagliare di più l’immagine eliminando le zone vuote. Si tratta di un’immagine semplice ma che funziona proprio bene.

 

4° Classificato – STAFUZZA Stefano


”Amsterdam metropolitana”
L’uscita della metropolitana ripresa in diagonale è davvero efficace, e
crea una sorta di collegamento tra l’operaio seduto e il ragazzo con il
trolley. Gli atteggiamenti dei due protagonisti sono simili: entrambi
sembrano in attesa che arrivi il momento di muoversi nuovamente, e
ciò aiuta a cancellare la percezione tra il reale e il non reale. In pratica la persona fisica ripresa nella fotografia, arricchisce, nella forma e nel significato, l’immagine pubblicitaria del metrò.

 

5° Classificato – BÖHM Walter


”S.T.”
Lei, intenta a fotografare, o ad auto-fotografarsi, con un’espressione un po’ accigliata, lui concentrato nell’impostare il suo smartphone per riprendere chissà che. Tipi un po’ eccentrici, impegnati su una banchina, dinanzi al mare, e davanti alle vele bianche che si scorgono sullo sfondo.
Questa volta la regola dei terzi ha funzionato, e nei punti di forza
troviamo i due soggetti, che spiccano in un contesto probabilmente un po’ confuso, del quale l’Autore, intestando “S.T.” l’immagine, non ritiene utile darci ulteriori ragguagli. Si tratta della “Barcolana”? Non ci è dato sapere.

34° Gran Premio Fotografico – 2° incontro B&N

1° Classificato – STERA Massimo

“Avviso di scadenza”

Seppur nel titolo manchi un’informazione importante, e cioè il “dove”, e nonostante la donna che compare dietro la colonna a sinistra sia un elemento di leggero disturbo, l’impatto estetico, come anche quello emozionale, sono così forti che ci fanno dimenticare all’istante qualsiasi tipo d’imperfezione. L’immagine risulta ironica e curata sotto l’aspetto estetico, perfettamente contestualizzata, con un bianco e nero che sottolinea la spassosa abbronzatura dell’uomo intento alla lettura della missiva, e con un’inquadratura che restituisce i giusti pesi della situazione ripresa.

2a Classificata – DONDINI TADDEI Lia

“Casa do Alentejo, Lisbona”

L’Autrice ci propone lo scorcio di un elegante salone, e c’informa che si tratta dell’interno di un palazzo aristocratico, la “Casa do Alentejo” di Lisbona. Il titolo risulta immediatamente utile, perché ci aiuta a capire che quella sala non è nient’altro che la “biblioteca social”, sorta all’interno dell’edificio nel 1928, per diffondere cultura, offrendo la lettura gratuita di libri e giornali a quanti, in quei tempi, non avevano i mezzi per potervi accedere. È evidente che, in virtù di questi ragguagli, anche la presenza del personaggio seduto al tavolo acquisisce significato e importanza. Il resto lo fa l’indovinata scelta della prospettiva e, soprattutto, l’azzeccata illuminazione laterale che impreziosisce la scenografia.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

3a Classificata – ZULIANI Franca

“Ritratti, ritratti (dalla mostra DeSidera)”

Le immagini dentro l’immagine. Coniugare il concetto di ritratto nelle infinite sue sfumature è una delle espressioni regine della creazione artistica. In esso albergano interi mondi percepiti, mediati e interpretati per se stessi e per coloro che vorranno viverli a loro volta. In questa fotografia, l’Autrice, ci permette di vivere un doppio mondo. Dal ritratto di altri per altri, offerto in un tempo definito, in un luogo che li accoglie, al ritratto di chi fotografa. Questo aggiunge nuovi strati visivi fatti di sfondi, dettagli passaggi inconoscibili e prospettive aggiunte. Il sottile movimento della figura, accostato alla base scura, che somiglia a un marciapiede di una improbabile stazione ferroviaria, aggiunge ulteriori e inattesi contesti narrativi.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

4° Classificato – CREVATIN Gianfranco

“La supplica, Chiesa serbo-ortodossa – Trieste”

Trieste è nota per la facilità con la quale, nei secoli, ha abbracciato tante religioni, lasciando alle comunità ampia libertà di culto. Il tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione è la Chiesa della comunità serbo-ortodossa di Trieste. Costruita nel 1869 si trova dove un tempo sorgeva la precedente Chiesa di San Spiridione edificata nel 1753. La Chiesa serbo-ortodossa appartiene a una delle giurisdizioni canoniche autocefale della Chiesa ortodossa. Di stampo bizantino trova le sue origini nel VII secolo dopo Cristo. Gli interni sono semplicemente stupendi. La fotografia trasmette il segno tangibile di una delle diverse forme di sentita spiritualità del popolo serbo. L’autore ci trasmette, con questa fotografia, oltre che l’umano gesto di un contatto autentico da parte della donna, anche il suo senso di rispetto, offrendoci un punto di vista discreto, non invadente, iconograficamente silenzioso.

5° Classificato – RIVA Roberto

Fotografia che potrebbe tranquillamente servire come inserzione pubblicitaria della chitarra elettrica nata in America nel 1959 grazie a Leo Fender; immagine di uno strumento che, per la sua storia, si armonizza perfettamente con il bianco e nero, peraltro molto ben gestito dal fotografo. I punti luce che danno risalto alle mani del chitarrista, nonché ai piroli e al manico, fanno “uscire” perfettamente tutte le componenti dallo sfondo nero, che, a sua volta, incornicia l’insieme. L’inquadratura e il taglio mettono in evidenza le ottime doti fotografiche dell’autore.