1° Classificato – STERA Massimo
“Avviso di scadenza”
Seppur nel titolo manchi un’informazione importante, e cioè il “dove”, e nonostante la donna che compare dietro la colonna a sinistra sia un elemento di leggero disturbo, l’impatto estetico, come anche quello emozionale, sono così forti che ci fanno dimenticare all’istante qualsiasi tipo d’imperfezione. L’immagine risulta ironica e curata sotto l’aspetto estetico, perfettamente contestualizzata, con un bianco e nero che sottolinea la spassosa abbronzatura dell’uomo intento alla lettura della missiva, e con un’inquadratura che restituisce i giusti pesi della situazione ripresa.
2a Classificata – DONDINI TADDEI Lia
“Casa do Alentejo, Lisbona”
L’Autrice ci propone lo scorcio di un elegante salone, e c’informa che si tratta dell’interno di un palazzo aristocratico, la “Casa do Alentejo” di Lisbona. Il titolo risulta immediatamente utile, perché ci aiuta a capire che quella sala non è nient’altro che la “biblioteca social”, sorta all’interno dell’edificio nel 1928, per diffondere cultura, offrendo la lettura gratuita di libri e giornali a quanti, in quei tempi, non avevano i mezzi per potervi accedere. È evidente che, in virtù di questi ragguagli, anche la presenza del personaggio seduto al tavolo acquisisce significato e importanza. Il resto lo fa l’indovinata scelta della prospettiva e, soprattutto, l’azzeccata illuminazione laterale che impreziosisce la scenografia.
3a Classificata – ZULIANI Franca
“Ritratti, ritratti (dalla mostra DeSidera)”
Le immagini dentro l’immagine. Coniugare il concetto di ritratto nelle infinite sue sfumature è una delle espressioni regine della creazione artistica. In esso albergano interi mondi percepiti, mediati e interpretati per se stessi e per coloro che vorranno viverli a loro volta. In questa fotografia, l’Autrice, ci permette di vivere un doppio mondo. Dal ritratto di altri per altri, offerto in un tempo definito, in un luogo che li accoglie, al ritratto di chi fotografa. Questo aggiunge nuovi strati visivi fatti di sfondi, dettagli passaggi inconoscibili e prospettive aggiunte. Il sottile movimento della figura, accostato alla base scura, che somiglia a un marciapiede di una improbabile stazione ferroviaria, aggiunge ulteriori e inattesi contesti narrativi.
4° Classificato – CREVATIN Gianfranco
“La supplica, Chiesa serbo-ortodossa – Trieste”
Trieste è nota per la facilità con la quale, nei secoli, ha abbracciato tante religioni, lasciando alle comunità ampia libertà di culto. Il tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione è la Chiesa della comunità serbo-ortodossa di Trieste. Costruita nel 1869 si trova dove un tempo sorgeva la precedente Chiesa di San Spiridione edificata nel 1753. La Chiesa serbo-ortodossa appartiene a una delle giurisdizioni canoniche autocefale della Chiesa ortodossa. Di stampo bizantino trova le sue origini nel VII secolo dopo Cristo. Gli interni sono semplicemente stupendi. La fotografia trasmette il segno tangibile di una delle diverse forme di sentita spiritualità del popolo serbo. L’autore ci trasmette, con questa fotografia, oltre che l’umano gesto di un contatto autentico da parte della donna, anche il suo senso di rispetto, offrendoci un punto di vista discreto, non invadente, iconograficamente silenzioso.
5° Classificato – RIVA Roberto
Fotografia che potrebbe tranquillamente servire come inserzione pubblicitaria della chitarra elettrica nata in America nel 1959 grazie a Leo Fender; immagine di uno strumento che, per la sua storia, si armonizza perfettamente con il bianco e nero, peraltro molto ben gestito dal fotografo. I punti luce che danno risalto alle mani del chitarrista, nonché ai piroli e al manico, fanno “uscire” perfettamente tutte le componenti dallo sfondo nero, che, a sua volta, incornicia l’insieme. L’inquadratura e il taglio mettono in evidenza le ottime doti fotografiche dell’autore.
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