Mercoledì 27 maggio si inaugurerà la mostra di Luciano Monti dal titolo “India”, opera vincitrice di Portfolio Italia 2013 – Gran Premio Epson. La mostra rimarrà visitabile presso la Sala Fenice fino al 19 giugno 2015.
L’autore sarà presente per rispondere a tutte le domande.
Esperienza e autorevolezza consentono al nostro Autore di affrancarsi da tanta iconografia sull’India e sulle sue cose (Cartier-Bresson, Bischof, Scianna, Ackermann, Shobha, Raghu Ray, McCurry), e fin qui, troppo celebrata. Opta, quindi, per la semplicità e la chiarezza dell’esposizione che, soprattutto in una sequenza fotografica, non sono pregi o ingredienti che si rinvengono con facilità, e pertanto, ci rallegriamo quando nella rappresentazione del variegato e caleidoscopico fenomeno “India” – diciamolo pure: fenomeno complesso e difficile – troviamo una logica espositiva e narrativa che, senza rinunciare alla specificità del mezzo fotografico, sintetizza con maestria e intelligenza l’esperienza dell’incontro/confronto con la documentazione di questo mondo. L’India è, ancora, sospesa tra storia e globalizzazione ovvero tra un tempo che appartiene agli usi e alle tradizioni, sempre intessuti di religione e di colore, e un tempo che, invece, appartiene al cosiddetto “futurabile”, fatto di algoritmi che in modo diverso scavano nella natura delle cose, e di hi-tech che sembra contraddire quanto vive lungo il sacro corso dei fiumi. Eppure, la leggerezza del ritmo della sequenza fotografica adottata dal Nostro, e, quindi, la rarefazione apparente dei colori – laddove fare emergere le figure umane e quelle del loro gruppo etnico – e, poi, le selezionate atmosfere d’insieme – laddove incastonare preziosi ritratti, assai lontani dalle seduzioni del turismo promozionale – risolvono questo contrasto, rimandandoci alla vera e antica natura di quei colori, alla tolleranza di quelle convivenze, all’accettazione di quanto ci sta attorno, anche degli sguardi indiscreti. E, a mio avviso, c’entra qualcosa, in questo sapiente incipit, il ricorso al metodo analogico, sia in fase di ripresa sia in quello di stampa, come a riaffermare che la rappresentazione di ogni visione sia sempre il risultato tecnico di un gesto naturalissimo, quello dello sguardo sempre bisognoso di capire il tempo e d’intendere lo spazio e i suoi orizzonti.
Pippo PAPPALARDO
Luciano Monti fotografa dal 1983. Dal 1995 è presente a Treviso, dove si occupa di ritratto, matrimonio e fotografia Fine Art. Le sue opere fanno parte di numerose collezioni e musei in Europa e USA, tra cui: Victoria and Albert Museum (London), Musée de l’Elysée (Losanna), Musee for Fotokunst (Odense – Denmark), Museo Ken Damy (Brescia), European Polaroid Collection (Praga), Italian Polaroid Collection Arcisate (Varese), Galerie d’Essai dotation Photo Service (Paris), Accademia Carrara di Belle Arti (Bergamo). È autore di quattro libri in B/N: “Ritratti nobili” (1992), “Paesaggio americano” (1999), “Paesaggio italiano” (2003) e “Viaggio in Libia: I deserti” (2009).
Dal 1985 ha vinto numerosi premi, i più importanti sono: 1985 Viareggio Fotografia – Primo premio assoluto; 1990 Pecs (Ungheria) – Migliore Autore all’Internazionale FotoForum; 1992 Campione del Mondo FIAF per il ritratto; 1992 Arles – Premio Galerie d’Essai; 1992 Premio Kodak come migliore fotografo di ritratto dell’anno; 1994 Premio Città di Prato per il Miglior libro Fotografico dell’anno; 1998 Premio Agfa come migliore fotografo di matrimonio dell’anno; 1998 Arles – Premio Galerie d’Essai con proiezione di immagini durante gli Incontri Internazionali; 1998 Massa Marittima premio per il Migliore Portfolio al Toscana Foto Festival; 2003 Premio Hasselblad Master; 2005 Premio come stampatore dell’anno al Concorso internazionale indetto dalla rivista inglese Black and White Photography Magazine; 2005 vincitore del Concorso Internazionale Kentmere Student and Open Award (promosso dalla Kentmere) per la migliore stampa in Bianco e Nero.
Ha lavorato per prestigiosi marchi fra cui Agfa Italia, Kodak Europa e Hasselblad.
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