Perché iniziare un Corso Base di Post–Produzione fotografica? Cosa si nasconde dietro questo termine, un po’ minaccioso e anche vagamente inquietante? Il cambiamento fotografico che abbiamo vissuto in questi anni ha portato l’appassionato fotografo, il cosiddetto “fotoamatore evoluto”, dai procedimenti analogici (pellicole, camera oscura, trattamenti chimici, ecc.) ai procedimenti completamente digitali (file, camera chiara, software, ecc.). Quando, una volta, ci si affidava ad altri, a terze parti (a un negozio fotografico o a un laboratorio), per sviluppare le nostre pellicole o le nostre diapositive, oppure per far stampare le nostre fotografie, il numero degli appassionati fotografi che potevano permettersi di attrezzare a casa loro uno spazio per lo sviluppo e la stampa del bianco e nero o del colore, era costituito da una vera e propria minoranza.
L’avvento e l’affermarsi della fotografia digitale hanno comportato (e quasi imposto ai fotoamatori) una conoscenza e un utilizzo significativo del personal computer e dei software dedicati alla fotografia (non senza i crucci e i problemi che tutti conoscono) offrendo altresì la possibilità di poter trattare completamente le proprie fotografie e di poterle “gestire” anche dopo lo scatto. Ampliando le competenze dei fotoamatori, la Post-Produzione dà la possibilità a molti di poter chiudere quel cerchio fatto di idea visiva, scatto, Post-Produzione, e di arrivare, come ultimo atto, alla stampa finale; e tutto ciò, cosa fondamentale, controllando, migliorando e gestendo tutti i passaggi, senza alcun intervento esterno.
Obiettivamente, non è poca cosa poter evitare di affidare ad altri la nostra percezione visiva e poterla, altresì, completare autonomamente. Un Corso Base di Post-Produzione può innestare un percorso di conoscenze ed esperienze che condurranno a chiudere quel cerchio, consentendo la preparazione dei file fotografici per la stampa finale. E può anche aprire le porte dell’eventuale passo successivo, che sarà quello di un Corso per la “stampa professionale”, per una totale autonomia della visione e del
linguaggio espressivo fotografico.
Nei nostri file fotografici è quasi impensabile non passare attraverso una fase di Post–Produzione:
basti pensare al file Raw che, di fatto, deve essere aperto e post-prodotto da appositi software. Post-Produzione è anche l’attività espletata quando si utilizzano quei semplici comandi dei vari software che, dopo lo scatto, danno la possibilità di operare
un’interpretazione personale, come per esempio il ritaglio fotografico, l’intervento sulla luminosità o sul contrasto, ecc. Per poi arrivare fino a quelli molto delicati della gestione, intonazione, bilanciamento e correzione del colore.
In questi ultimi anni moltissimi programmi si sono evoluti nonché semplificati, permettendo di gestire autonomamente la Post-Produzione dei propri file fotografici, e il famoso (e per certi versi
controverso) Photoshop non rappresenta più la sola e unica possibilità. Bisogna però entrare in contatto con dei concetti e dei comandi di Post-Produzione che sono fondamentali e che sono alla base di ogni programma di Post-Produzione. La loro conoscenza
e la loro conseguente gestione possono portarci a post-produrre le nostre idee visive e le nostre fotografie restando pienamente fedeli al ricordo mnemonico delle scene ritratte, e di riportare in esse le emozioni, i colori e le sensazioni vissute, disponendole secondo quel “tutto” che è il linguaggio fotografico. Il Corso cercherà di offrire
proprio la possibilità di aprire i propri orizzonti fotografici e di acquisire le basi essenziali per un viaggio che porterà ognuno verso un nuovo percorso, verso nuove conoscenze, in sintonia con il proprio modo di vedere e di sentire.
INSEGNANTE
Furio SCRIMALI Socio fin da ragazzo del
CAI, amante del mondo della natura e appassionato
alpinista, dal 1988 collabora con alcune importanti
Agenzie Fotografiche del settore. Sue immagini
sono state pubblicate sulle più qualificate riviste
specializzate. È Autore di alcuni importanti libri:
“Alpi Carniche”, “Il Carso della grande guerra. Le
trincee raccontano”, “Il Vodice. La montagna di
Gonzaga. Dalla testa di ponte di Plava alla 10a
battaglia dell’Isonzo”.
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