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Workshop a Trieste. Primo semestre 2015

Vi segnaliamo alcuni Workshop che si terranno a Trieste nel primo semestre del 2015:


 

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Iniziamo con il Photoworkshop Adobe Lightroom a cura di Demis Albertacci il 15 febbraio 2015:

Questo Photoworkshop, dedicato ad Adobe Lightroom, è un tassello indispensabile per tutti i fotografi che necessitano di fare un salto di qualità sia a livello di sviluppo dei propri file RAW, sia a livello di archiviazione e catalogazione delle proprie fotografie.

Imparerete un Workflow fluido, rapido e adattabile ad ogni situazione, sia che voi siate dei fotografi di matrimonio, di reportage o solamente dei fotografi occasionali.

A fine corso verrà consegnato l’ attestato di partecipazione. Il workshop è chiuso ad un massimo di 10 partecipanti.

Per maggiori informazioni e per le iscrizioni, potete seguire questo link oppure contattarmi direttamente al +39-328-0303088 o via email demis.albertacci@gmail.com

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Proseguiamo con il Workshop di fotografia di Storytelling e reportage di Gabriele Orlini il 7 e 8 febbraio 2015 presso la Scuola Internazionale Studi Superiori Avanzati (SISSA).

Per informazioni visitate il sito http:\\club.sissa.it e per iscrizioni inviate una mail a rcristof@sissa.it.

I posti sono in esaurimento.


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Il 10, 11 e 12 aprile 2015 ci sarà il primo di due Workshop di fotografia condotti da Izabela Jaroszewska, dal titolo “La composizione fotografica come modo di vedere
L’obiettivo principale del workshop consiste nell’aumentare la comprensione di come un’immagine “funziona” a livello conscio e subconscio sia in fotografia, sia in altre arti visive.
Saranno discussi gli elementi di base della fotografia che costituiscono il linguaggio fotografico (composizione, luce, espressione), per raggiungere una maggior consapevolezza dell’uso della percezione, sia a livello puramente fisico (visione centrale e visione periferica), sia a livello di sensazioni visive.
Mentre il secondo appuntamento dal titolo “Il colore nella Fotografia” sarà l’8,9 e 10 maggio 2015.
L’argomento del seminario è la funzione subconscia e simbolica del colore e della composizione, nella fotografia e nell’arte, basata sui cinque colori fondamentali. Ognuno di questi colori (blu, giallo, rosso, verde e bianco) è associato a uno specifico modo di percepire e interagire con il mondo e con l’arte.
Con esercizi pratici, scopriremo il nostro modo di essere e useremo la fotografia per percepire il mondo.
Lavoreremo con speciali lenti di colore puro, per evocare uno stato mentale associato a particolari emozioni.
Questi strumenti pratici possono realmente cambiare la nostra percezione e aiutarci a scoprire la nostra “vera natura” di radiante bellezza. Attraverso quest’esperienza, noi riconosciamo che tutti i fenomeni che stiamo percependo sono specchio della nostra mente, quindi possiamo smettere di giudicare e limitarci l’un l’altro e possiamo gioire maggiormente del mondo.
Nel primo livello lavoreremo con i tre colori primari (giallo, blu, rosso).
Per chi non sapesse chi è Izabela Jaroszewska:

Dr. Izabela Jaroszewska, Ph.D

Visiting Professor di Photography ed Art Perception alla Naropa University, Boulder Colorado, USA.   Ph.D (Doctor di photography e Cinematography).   Fine Art Photographer e Visual Artist con formazione ed esperienza in Photography, Cinematography, Painting, Teatro e Danza.   Fondatrice della European Academy of Photography. insegnante di Mindful Art.   Coach of Contemplative Art Education.   Art Critic specializzata nella comparazione dell’Arte orientale e occidentale.

Per maggiori informazioni potete visitare il sul suo sito qui o scriverci una mail a cfwfoto@libero.it.
E’ previsto un minimo di 8 partecipanti ed un massimo di 15.

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Dal 25 febbraio al 18 marzo 2015 è la volta del Corso di Food Photography, organizzato da Piero Pausin.
Per informazioni, visitate questo sito.

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Infine, ma non ultimo per importanza, ricordiamo il Workshop dal titolo “L’Audiovisivo Fotografico: teoria e pratica” con Walter Böhm che si terrà il 23 e il 30 aprile 2015 dalle 18.00 alle 20.30 presso la sede del nostro Circolo.
Per informazioni e iscrizioni scriveteci una mail a cfwfoto@libero.it.

 

“In questi due incontri parleremo di Audiovisivi Fotografici attraverso i diversi aspetti, sia teorici che pratici, della loro realizzazione. Saranno, più che vere e proprie lezioni sugli Audiovisivi, delle chiacchierate su come io lavoro e realizzo una proiezione, partendo dall’idea, dalla scelta della musica e delle immagini, per arrivare al montaggio finale. Durante le due serate mostrerò degli esempi pratici di come ho realizzato alcune proiezioni dando alcuni suggerimenti e consigli sia per quanto riguarda il montaggio delle immagini che la creazione della colonna sonora, con particolare riguardo alla loro sincronizzazione. Analizzeremo anche le caratteristiche e prestazioni dei diversi software utilizzati per la creazione degli audiovisivi e vedremo inoltre alcuni esempi e tecniche particolari usate da alcuni autori professionisti e non.”
Walter BÖHM

Inaugurazione mostra Pietro Masturzo e incontro con l’autore

Trieste Photo Days 2014

Nell’ambito del Trieste Photo Days 2014, è stata inaugurata ieri sera la mostra fotografica di Pietro MASTURZO intitolata “Sui tetti di Teheran” con la raccolta di immagini che nel 2009 ha partecipato al prestigioso concorso del fotogiornalismo World Press Photo e che ha portato il nostro fotografo italiano a vincere il primo premio per foto singola.

Il “World Press Photo of the Year” è il Premio più prestigioso del fotogiornalismo internazionale.Il Premio è stato istituito nel 1955, ad Amsterdam, da una Fondazione olandese denominata, per l’appunto, World Press Photo. L’attività più rinomata della Fondazione è proprio quella di conferire annualmente un prestigioso riconoscimento ad un’immagine che si riveli non solo eloquente in quanto sintesi fotogiornalistica dell’anno, ma che, nel mostrare una situazione o un evento di grande importanza giornalistica, riesca a palesare l’eccezionale capacità visiva del suo autore. Le immagini del World Press Photo sono la memoria di oltre mezzo secolo di storia dell’umanità (ahimé, una storia davvero triste, fatta di soprusi e di crudeltà). Basti pensare all’immagine del monaco vietnamita che si dà fuoco per protestare contro la persecuzione dei buddisti da parte del governo di Ngo Dinh Diem (foto di Malcon Browne del 1963), oppure a quella del capo della polizia vietnamita che giustizia un prigioniero viet cong sparandogli alla testa in una strada di Saigon (Eddie Adams, 1968) o ancora quella, famosissima, di una bambina vietnamita, nuda e gravemente ustionata, in fuga dal suo villaggio dopo un bombardamento statunitense al napalm (Nick Út, 1972), o, infine (ma questi sono solo alcuni esempi), quella del manifestante cinese che da solo impedisce il transito dei carri armati durante la protesta di Piazza Tienanmen (Charlie Cole, 1989). Sono immagini che sono diventate icone della fotografia contemporanea.

Il 12 febbraio del 2010 (dopo due settimane di selezioni, durante le quali sono state esaminate 101.960 immagini realizzate da 5.847 fotografi di 128 differenti nazionalità), la Giuria della 53a edizione annuale del “World Press Photo” ha assegnato il Premio più ambito ad un Italiano, un giovane laureato in Relazioni Internazionali presso l’Università Orientale di Napoli, nato nel 1980 a Piano di Sorrento in provincia di Napoli, Pietro MASTURZO. L’immagine con cui Pietro ha vinto quello che da tutti è ritenuto il più importante concorso del mondo, s’intitola “Sui tetti di Teheran”, una foto facente parte di un portfolio con il quale, prima del “World Press Photo of the Year”, l’11 ottobre del 2009 aveva ottenuto un secondo Premio al “5° FotoLeggendo” di Roma, tappa conclusiva della sesta edizione di “Portfolio Italia”. Di seguito ecco la motivazione redatta in quella occasione dai Lettori di “FotoLeggendo”: «Per averci portato nella resistenza invisibile delle notti di Teheran, coniugando in una personale scelta stilistica un ottimo livello di fotogiornalismo e il rispetto per il necessario anonimato delle persone coinvolte». Ora, per comprendere l’importanza che riveste il “World Press Photo of the Year”, è sufficiente citare i nomi di alcuni dei vincitori delle passate edizioni, come l’inglese Donald Mc Cullin nel 1964, oppure l’americano Eddie Adams nel 1968, o ancora, per ben due volte, nel 1992 e nel 1994, lo statunitense James Nachtwey. Prima di Masturzo solo un Italiano era riuscito nell’impresa di aggiudicarsi il “World Press Photo of the Year”, il romano Francesco Zizola (nel 1996), con una foto che documentava la tragedia dei bambini mutilati dalle mine anti-uomo in Angola.

Il Presidente della Giuria del “World Press Photo of the Year” 2009, Ayperi Karabuda Ecer (Vicepresidente di Reuters), in occasione dell’assegnazione del Premio a Masturzo, ha detto: «Questa fotografia ci mostra l’inizio di una grande storia. Aggiunge prospettiva alla notizia. È esteticamente ed emotivamente toccante, e il mio cuore l‘ha scelta immediatamente».

Il 2 maggio 2010 Pietro Masturzo è andato ad Amsterdam per ricevere il World Press Photo Award of the Year. La sua foto raffigura alcune donne che, al calar delle tenebre, la sera del 24 giugno 2009, dopo i gravi scontri di piazza seguiti alle rielezioni di Mahmud Ahmadinejād, Presidente dell’Iran, dal tetto di una casa di Teheran, urlavano la loro protesta: “Allah u Akbar – Makbar diktator” (“Allah è grande – Morte al dittatore”).

 

Lasciamo alle parole di Pietro la descrizione dell’episodio: «Alcuni giorni prima delle elezioni presidenziali, ho visto i Bassiji (gli squadristi del regime) manganellare e arrestare i sostenitori di Hossein Mussavi (il principale antagonista di Ahmadinejād) per il solo fatto di far festa in piazza, in sostegno del proprio candidato. Io stesso fui arrestato assieme ad altri fotografi freelance per aver fotografato il loro entusiasmo. Le restrizioni di libertà di cui è vittima il popolo iraniano mi sono apparse subito evidenti. Una volta scarcerato, l’interprete che mi accompagnava mi obbligò, per ragioni di sicurezza, a non scendere in piazza a fotografare le manifestazioni. Quella sera ho sentito delle grida provenire dai tetti e alcuni studenti mi hanno raccontato che si trattava di una protesta che riproponeva quella attuata nel 1979, quando l’Ayatollah Khomeini incitò il popolo a salire sui tetti a manifestare il suo dissenso contro lo Scià, gridando “Allah è grande”. Istintivamente ho preso la macchina è solo salito anch’io sul tetto, emozionato come mai m’era accaduto prima. La tensione era palpabile e le persone avevano paura di essere riprese in volto e di essere poi identificate. Per questo ho fotografato in modo che i soggetti non fossero riconoscibili. Certo, quelle grida rappresentavano una forma di protesta e di lotta, ma anche un’invocazione di speranza».

 

9° Premio Città di Trieste al Reportage 2012

Il «Premio Città di Trieste al Reportage» viene assegnato annualmente ad un grande Fotoreporter, appositamente prescelto da una prestigiosa Commissione Scientifica. Il Premio, un bronzetto artistico fuso a cera persa, è opera della Fonderia Asti di Feletto Umberto (Udine), realizzato su modello di Vincenzo Curcio, e riproduce il primo bozzetto (realizzato dallo scultore triestino Giovanni Mayer) della Vittoria alata che si trova alla sommità del Faro della Vittoria a Trieste. Continua la lettura di 9° Premio Città di Trieste al Reportage 2012